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Covid 19

Non solo giovani e volontari. Anche la camorra dietro il sistema delle spese a domicilio

La camorra, in alcune zone di Napoli, sta consegnando la spesa a casa dei cittadini in difficoltà per l’emergenza coronavirus. Un modo spostarsi liberamente sul territorio, continuare a vendere droga e per accumulare crediti che poi dovranno essere saldati con “favori” irrifiutabili: nascondere armi o droga o fare da prestanome.
A cura di Nico Falco
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Estorsioni in pausa perché quasi tutti i negozi sono chiusi, spaccio costretto ad aggiornarsi con la consegna su chiamata. In questo periodo in cui la circolazione è limitata per il coronavirus, la camorra sta sviluppando una nuova strategia. Che, poi, è l'evoluzione di quello che ha sempre fatto: inserirsi negli spazi lasciati vuoti dallo Stato, provvedere alle esigenze basilari della popolazione. Non per bontà d'animo, ma per un tornaconto. Che arriverà poi, quando tutto sarà finito, ma che arriverà. Un modo per restare sul territorio, unico sistema per mantenere il controllo, e per "comprare" la gente provvedendo ai bisogni primari: stanno regalando la spesa, con consegna a domicilio, famiglia per famiglia.

Nei giorni scorsi tra gli scenari ipotizzati dai Servizi di informazione e sicurezza dello Stato c'era quello del rischio di rivolte causa assenza di reddito in quelle sacche di sottoproletariato che nel Sud, ovviamente anche a Napoli e in Campania si muovono anche all'interno di logiche di ‘sistema'. Dove il sistema è ovviamente sinonimo di camorra.  Raccogliendo dati e elementi dagli investigatori che sui territori quotidianamente hanno il polso della situazione anche in tempi di Coronavirus, emerge una realtà articolata, meno dicotomica di quella che una narrazione semplicistica, ‘camorrettistica', suggerirebbe.

La camorra consegna la spesa a casa

Mentre lo Stato sta ancora mettendo a punto le misure di sussistenza, con bonus per le famiglie che si sono ritrovate senza lavoro, spunta il "camorrista di quartiere". Che si spoglia di quel ruolo costruito negli anni, fatto di spaccio di droga e angherie, e torna a essere il guappo del dopoguerra, nella versione romanzata che ancora resiste nella memoria di qualcuno. Quello che ristabilisce l'ordine, che aiuta chi è in difficoltà. In questi giorni la preoccupazione maggiore è riempire il frigorifero, e allora ecco che la camorra si ingegna e trova il sistema: la consegna casa per casa di beni alimentari, parallelamente a quelle associazioni di volontari che, a proprie spese, realmente si stanno impegnando nella distribuzione di cibo.

La raccolta della camorra avviene senza spendere un soldo. Anche questa è una evoluzione delle "offerte per la Madonna", la formula che alcune finte associazioni in odore di camorra usano per la "bussata" ai commercianti. Oggi c'è "l'offerta per i bisognosi". Così, "spontaneamente", sono i commercianti stessi a riempire le buste che poi verranno consegnate ai cittadini. La conferma arriva a Fanpage.it da fonti investigative, che negli ultimi giorni hanno registrato la presenza di pregiudicati fermati diverse volte proprio mentre consegnavano buste della spesa.

La spesa come pretesto per stare in strada

Portare la spesa a domicilio, poi, ha anche una seconda valenza: l'acquisto e la consegna di beni alimentari sono tra i motivi che consentono di uscire di casa. Questo consente ai "guaglioni", ma anche ai piccoli boss, di stare in strada. Di vedere e di farsi vedere, sia dai cittadini sia dai clan rivali, per legittimare la propria presenza. La busta della spesa è un lasciapassare, serve per dimostrare che loro sono ancora in giro, che nemmeno le forze dell'ordine, e nemmeno il virus, possono fermarli. Quando poi vengono bloccati e multati, poco importa: le sanzioni non le pagheranno mai e basta mettere in piedi una sceneggiata per attirarsi il favore di qualche residente, che comincia a prendersela con le "guardie" che stanno multando quelli che, in fin dei conti, stanno solo "facendo del bene" regalando cibo.

La spesa per coprire lo spaccio e reclutare prestanomi

In ambienti di camorra, niente si fa per niente. Il volontariato fine a se stesso non esiste. Anche la consegna della spesa è in realtà una opportunità, un sistema per non bloccare i traffici illegali. Mandare in giro un ragazzo a consegnare la spesa significa dargli un alibi nel caso di un controllo, autorizzarlo a spostarsi liberamente e anche continuare a spacciare, portando a domicilio anche la droga.

Ulteriore punto, quello dalla riconoscenza. In questo momento prestare soldi, anche senza interessi, e consegnare beni di prima necessità, significa creare dei crediti che prima o poi verranno riscossi. Tutte persone che poi non potranno rifiutarsi quando il problema sarà nascondere una pistola, intestarsi qualche società o qualche contratto di affitto per appartamenti o automobili, o anche spostare della droga sfruttando qualche parente incensurato.

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