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Spiagge “invase” da dischetti di plastica: sequestrato un depuratore a Paestum

Da giorni le spiagge di Lazio, Toscana e Campania sono invase da “misteriosi” dischetti di plastica: la Capitaneria di Porto ha scoperto che sono nient’altro che filtri provenienti da un depuratore di Paestum, nella provincia di Salerno, che è stato sequestrato.
A cura di Valerio Papadia
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Sono giorni che tiene banco il "mistero" degli strani dischetti di plastica che hanno invaso le spiagge del versante Tirrenico, soprattutto quelle del Lazio, della Toscana e della Campania. Ieri, il "mistero" è stato svelato, dopo accurate indagini condotte dalla Capitanerie di Porto dei Comuni interessati: si è scoperto che i dischetti di plastica altro non erano che filtri per la depurazione delle acque provenienti da un impianto collocato nel Comune di Capaccio-Paestum, molto vicino alla foce del fiume Sele, dove i dischetti erano stati trovati in concentrazioni elevate – così come tra Fiumicino e Anzio, nel Lazio, e perfino sul litorale meridionale della Toscana. Questa mattina, una operazione della Guardia Costiera di Salerno, ha portato al sequestro dell'impianto di depurazione delle acque.

Ieri, una nota della Capitaneria di Porto – Guardia Costiera, spiegava così la situazione: "Nel corso dell'intensa attività ricognitiva presso gli assi fluviali (Sele, Mingardo, Lambro, Irno, Tusciano, Volturno, Sarno, Carigliano) ricadenti nel territorio di giurisdizione delle Capitanerie di porto di Napoli, Salerno e Gaeta è stata accertata, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini dello stesso fiume, una ingente concentrazione di tali filtri. Dalle ulteriori verifiche svolte presso il depuratore sospetto, il personale della Guardia Costiera ha potuto accertare l'avvenuta fuoriuscita dei filtri che, a causa di un cedimento strutturale di una vasca dell'impianto, si sono riversati nel fiume Sele per poi confluire nel Mar Tirreno, dove per effetto delle correnti si sono distribuiti lungo le coste della Campania e del Lazio, fino a raggiungere il litorale meridionale della Toscana. Determinante è stata l'attività del personale del Nucleo Speciale d’Intervento (Nsi) della Guardia Costiera, coordinato dal Reparto Ambientale Marino (Ram)".

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