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Strage del bus a Avellino: in 15 a processo per la morte di 40 persone

Avellino, a processo per stabilire le responsabilità della strage del bus che costò la vita a 40 persone sul viadotto Acqualonga dell’A16. Alla sbarra i vertici di Autostrade.
A cura di Redazione Napoli
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Sarà un processo che coinvolgerà 15 persone, quello che farà la luce sulle responsabilità della strage del bus di Avellino, in cui, il 28 luglio del 2013 persero la vita 40 persone. Il giudice dell'udienza preliminare Francesco Fiore, ha accolto le richieste della Procura di Avellino, confermando le ipotesi di reato per omicidio colposo plurimo e disastro colposo. La prima udienza del processo si terrò il prossimo 28 settembre davanti ai giudici del Tribunale di Avellino. Il mezzo, di ritorno da un viaggio religioso, precipitò dal viadotto Acqualonga dell'A16, a Monteforte Irpino (Avellino).

Il processo sulla strage del bus di Avellino

L'ipotesi dell'accusa è che se sulla strada ci fosse stata manutenzione adeguata si sarebbe evitata la strage. Tra i 15 nomi che saranno alla sbarra ci sono l'amministratore delegato della società Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci, e il direttore generale di Autostrade Riccardo Mollo. A processo con la pesante ipotesi d'accusa di disastro colposo e omicidio plurimo colposo altri 10 dipendenti: Giulio Massimo Fornaci, responsabile dell'articolazione "Pavimentazioni e Barriere di Sicurezza", Marco Perna, responsabile del procedimento relativo al progetto di "sostituzione e potenziamento delle barriere di sicurezza e bordo laterale" dell'Autostradale, Antonio Sorrentino, Michele Renzi, Paolo Berti, Nicola Spadavecchia, Bruno Gerardi, Michele Maietta, Gianluca De Franceschi e Gianni Marrone.

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