Strage del bus in Irpinia: nessuna responsabilità per i vertici di Autostrade per l’Italia
"Per come è strutturata la società Autostrade per l'Italia, non è possibile imputare responsabilità nell'incidente all'amministratore delegato". Lo ha detto legale dell'amministratore delegato di Autostrade per l'Italia, Giovanni Castellucci, l'avvocato Franco Coppi dinanzi al gup all'udienza preliminare per il rinvio a giudizio nel processo della strage del bus dell'Irpinia. Nel procedimento che vede indagati, tra gli altri, i vertici della società per la morte dei 40 passeggeri del bus precipitato da un viadotto della A16 il legale dell'ad ha sostenuto la tesi della non imputabilità dei vertici, in quanto la società sarebbe divisa in in "tronchi", ovvero compartimenti stagni da un punto di vista gestionale e Castellucci non avrebbe avuto responsabilità nei controlli nel tratto stradale interessato.
Il processo
Imputati insieme all'amministratore delegato Giovanni Castellucci, l'ex direttore generale Riccardo Mollo, il condirettore generale "Operation e Maintenance" Giulio Massimo Fornaci, il responsabile dell'articolazione "Pavimentazioni e Barriere di sicurezza" Marco Perna, i responsabili dell'Area Esercizio della società, Gianluca De Franceschi, Gianni Marrone e Bruno Gerardi. Imputati anche i direttori di tronco Nicola Spadavecchia, Paolo Berti e Michele Renzi, e Michele Maietta e Antonio Sorrentino. L'udienza e' stata aggiornata al 9 maggio prossimo, quando, dopo una replica del pm Adriano del Bene, il gup si ritirera' in camera di consiglio per decidere
La strage del bus in Irpinia
I fatti risalgono al 28 luglio 2013, quando, di ritorno da Pozzuoli (Napoli), un bus turistico precipitò dal viadotto Acqualonga, nel tratto della A16 Napoli-Canosa. A bordo c'era un gruppo di pellegrini di ritorno da Pietrelcina. In 40 persero la vita nell'impatto. La Procura di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio per 15 persone accusate, a vario titolo di omicidio colposo plurimo, disastro colposo, omissione in atti d'ufficio e falso in atto pubblico. Due funzionari della Motorizzazione civile di Napoli, V. S. e A. C., sono accusati di aver falsificato il documento di revisione del mezzo, annotando una data precedente a quella dell'effettivo controllo. Il bus non era quindi idoneo per il trasporto di passeggeri. Nel processo il principale imputato è G. L., il titolare dell'agenzia "Mondo Travel" , che prese a noleggio il bus.