Strage di Lauro, ergastolo per l’assassino di Carolina Sepe
È stato condannato all'ergastolo l'assassino di Carolina Sepe, la giovane donna incinta ferita a colpi di pistola al culmine di uno scatto di rabbia dal suo vicino Domenico Aschettino e morta dopo mesi di agonia. Con Carolina quella sera del 25 agosto 2013 a Lauro, in provincia di Avellino, furono uccisi anche Vincenzo Sepe, suo padre, e Bettina Crisci, la suocera. Due anni dopo, anche la bimba data alla luce da Carolina mentre era in coma e al quinto mese di gravidanza, morirà per una insufficienza respiratoria.
La sera del 25 agosto del 2013 Aschettino uscì dalla sua abitazione e raggiunta quella dei Sepe, poco distante, sparò a Vincenzo uccidendolo sul colpo per poi sparare su figli e moglie che assistevano terrorizzati alla scena. In quattro rimasero feriti: Carolina Sepe, il fratello Orlando, la madre Vincenzina e la nonna Bettina che, ottantenne, morì alcuni mesi dopo all’ospedale di Nola. Anche Carolina, ricoverata al Cardarelli di Napoli e sottoposta a taglio cesario per salvare la piccola, spirata lo scorso febbraio per una patologia alle vie respiratorie, morì nel gennaio del 2014.
La sentenza è stata emessa ieri dal gup del tribunale di Avellino, Giuseppe Riccardi. Il gup ha sancito la condanna per omicidio volontario non premeditato, in contrasto con quanto sostenuto dalla difesa che aveva chiesto l'infermità mentale per l'assistito attribuendo il furore omicida ad una serie di litigi tra Aschettino e Vincenzo Sepe, il capofamiglia. Contrasti ha sostenuto l'accusa che avrebbero esasperato l'omicida fino a spingerlo all'efferato triplice delitto. Aschettino comunque continuerà a scontare la condanna in regime di separazione dagli altri detenuti fino a nuove disposizioni.