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Striscione anti-camorra strappato ai funerali di Genny Cesarano: “Tutto un malinteso”

La denuncia dalla presidente della Municipalità, Giuliana di Sarno che racconta anche di un altro episodio: “Alla fiaccolata di qualche giorno fa c’era lo striscione “No alla camorra” speravo che lo esponessero anche oggi, ma è scomparso”.
A cura di An. Mar.
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Uno striscione contro la camorra è stato strappato oggi ai funerali di Gennaro Cesarano, il 17enne ucciso alla Sanità lo scorso 6 settembre. La denuncia arriva dalla presidente della terza municipalità di Napoli, Giuliana Di Sarno (Sel) che ha preso parte oggi alla cerimonia. Di Sarno ha raccontato che stamane le è stato strappato di mano da un ragazzino uno striscione che recitava "Gennaro vive nei nostri cuori che la camorra ha ucciso". "Alla fiaccolata di qualche giorno fa c'era lo striscione "No alla camorra" – ha spiegato la Di Sarno all'agenzia La Presse – speravo che lo esponessero anche oggi, ma è scomparso". Secondo la presidente della Municipalità il gesto potrebbe essere frutto di un fraintendimento: "Forse quel ragazzino ha pensato che stessi associando Genny alla camorra – spiega Di Sarno – o forse si è spaventato, non voleva che lo vedessero, qui c'è paura".

La stessa di Sarno ha commentato anche l'assenza del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ai funerali di Gennaro Cesarano. Per il Comune di Napoli era, infatti, presente il vicesindaco, Raffaele Del Giudice. "Il sindaco? – ha commentato la presidente – Mette la testa sotto al terreno non guardando in faccia che i nostri figli qui ci muoiono perché non hanno alternative alla camorra". "Lui e i suoi assessori dovrebbero capire che al Vomero si campa bene – ha aggiunto – ma qui si muore e non abbiamo creato alternative ad una disoccupazione giovanile che è al 70%".

Nessuna polemica, c'era solo uno striscione

Sono i ragazzi del rione e il parroco don Antonio Loffredo, a smorzare ogni polemica: era stato autorizzato un solo striscione in chiesa, non c'è stata nessuna "selezione" dei messaggi da esporre. "Questa – ha detto Antonio Loffredo – è una chiesa, abbiamo consentito eccezionalmente agli amici di collocare il loro" striscione, con la scritta ‘Genny vive' e basta".

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