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Stuprarono una 12enne a Castellammare, sono liberi e potrebbero non subire alcun processo

I tre violentatori minorenni della ragazzina di dodici anni a Castellammare potrebbero non subire mai un processo. I tre hanno chiesto la “messa alla prova”, un periodo di due anni in cui studieranno e lavoreranno. Se verrà concesso dal giudice e l’esito sarà positivo, i tre saranno prosciolti e il reato verrà estinto.
A cura di Enrico Tata
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Foto di repertorio
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Sono già stati rilasciati e potrebbero non affrontare mai un processo i tre minorenni accusati di aver stuprato una 12enne a Castellammare di Stabia. I giudici, riporta la Repubblica, hanno considerato affievolite le esigenze cautelari, alla luce sia del percorso che i giovani hanno affrontato in carcere con psicologi e assistenti sociali, sia in considerazione del fatto che i tre hanno ammesso le loro responsabilità e hanno chiesto scusa alla vittima. Secondo il Corriere della Sera gli avvocati difensori avrebbero presentato l'istanza di "messa alla prova". Significa avere la possibilità di estinguere il reato tramite un periodo di prova al termine del quale, se l'esito è positivo, il giudice si pronuncerà per il proscioglimento degli accusati. I tre ragazzi, che sono già stati trasferiti dal carcere in una comunità di recupero per minori, avrebbero chiesto di studiare la mattina e impegnarsi il pomeriggio in progetti sociali di assistenza a disabili e malati gravi. Se il giudice dovesse accogliere l'istanza di "messa in prova", i tre ragazzi potrebbero non subire mai il processo per le accuse per cui sono chiamati a rispondere: violenza sessuale di gruppo ed estorsione.

La violenza avvenuta ad aprile a Castellammare di Stabia

La terribile violenza risale allo scorso aprile e fu commessa a Castellammare di Stabia. La ragazzina, residente a Gragnano, fu attirata in un posto isolato, dove sarebbe avvenuto lo stupro di gruppo. La ragazzina, una volta tornata a casa, ha raccontato tutto ai genitori, che subito hanno presentato denuncia alla Polizia di Stato. All'inizio di giugno i tre ragazzi responsabili sono stati incarcerati nel centro di prima accoglienza dei Colli Aminei, a Napoli.

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