Alessandra Clemente dal 29 gennaio 2013, da quando cioè è stata nominata assessore ai Giovani del Comune di Napoli è stata sempre il fiore all'occhiello del sindaco Luigi De Magistris. A tre anni dalla sua nomina, la giovane è oggi lanciata nella campagna elettorale per le Amministrative 2016 come futura capolista della lista DemA, che farà diretto riferimento al sindaco ricandidato. Figlia di una vittima di camorra, attivista di Libera, molto seguita sui social network, per Alessandra Clemente è arrivato ora però il tempo di misurarsi con questioni politiche e di opportunità. Iniziando dalla peggiore: il conflitto d'interessi. Clemente è stata infatti tirata in ballo in una questione spinosa quanto delicatissima, specialmente perché cade in pieno periodo elettorale e in una zona – Chiaia – contesissima da centrodestra e centrosinistra, dove la battaglia è aperta e cruciale anche nel voto d'opinione.
Alessandra Clemente è fidanzata con Riccardo Izzo. Quest'ultimo è il titolare di un esercizio commerciale in zona Chiaia e protagonista della movida del ‘salotto buono' di Napoli. Ma è anche e soprattutto uno dei promotori del progetto del restyling dell'area dei cosiddetti "baretti di Chiaia", ovvero quel dedalo di stradine che la sera si trasforma in uno dei luoghi preferiti dalla movida partenopea. Per approvare un piano di riqualificazione urbana – peraltro approvato anche dalla Clemente in giunta – occorrono una serie di interventi economici e di permessi. E quindi è necessario convocare una conferenza dei servizi, ovvero mettere al tavolo di trattativa Comune, Vigili urbani, negozianti, condomini. E che succede se i due fidanzati sono entrambi al tavolo di trattativa? Già, perché nella conferenza dei servizi erano stati convocati sia Izzo che Clemente.
Oggi Mariagiovanna Capone su Il Mattino ha provato a intervistare l'assessore ai Giovani del Comune di Napoli che ha abilmente glissato – ha evidentemente imparato piuttosto in fretta l'arte politica di evitare le domande – dichiarando tuttavia che non sarebbe andata alla riunione. E però l'assessorato ai Giovani in un piano di restyling per un luogo frequentatissimo dai giovani è quanto meno necessario. Non foss'altro per la serie di problematiche relative al controllo della quiete pubblica (i residenti sono infuriati) del volume della musica ‘sparata' dai localini, delle modalità di riciclo dei materiali (bottiglie, bicchieri) e così via. Dunque per un possibile conflitto d'interessi (il Comune è il controllore, gli esercenti sono i ‘controllati') Clemente non partecipa alla riunione. Ma è giusto privarsi del suo assessorato come interlocutore?