Tamponi Covid-19, inizia lo screening a tappeto: ecco chi farà le analisi in Campania
I tamponi faringei per la diagnosi del Coronavirus in Campania si fanno con il contagocce: soltanto ai sintomatici e spesso – lo documentano molte testimonianze e denunce pubbliche o raccolte dai giornali – soltanto dopo settimane arrivano i risultati. In quei casi il paziente o è peggiorato (e magari è già sotto cura antivirale) o è guarito e quindi attende gli altri 2 tamponi di conferma di negatività prima di poter tornare alla vita normale o , purtroppo, le sue condizioni lo hanno portato ad un aggravamento definitivo e alla morte. Si è spesso chiesto da più fronti alla task force della Regione Campania di fare più tamponi o quanto meno più test sierologici, ( i cosiddetti test rapidi per diagnosi Covid-19). Oggi, è l'annuncio della Regione Campania, inizia lo screening di massa per migliaia di residenti che potrebbero quindi scoprire di aver già avuto il Coronavirus o di averlo ed essere asintomatici.
Il piano regionale di screening di massa dovrà essere messo nero su bianco operativamente in riunioni tra la task force regionale, i dirigenti del Cotugno, e i responsabili di tutti i laboratori pubblici oggi attivi. Tre, le linee guida. La prima è lo sviluppo ulteriore delle attività ordinarie presso i laboratori pubblici e l'Istituto Zooprofilattico, di controllo del contagio tramite l'uso dei tamponi. L'obiettivo è giungere, procurandosi le forniture necessarie, soprattutto in materia di reagenti, a lavorare circa 3.000 tamponi al giorno sopratutto ai sintomatici. La Campania è al momento fra le grandi regioni quella che fa meno tamponi.
Poi ci sarà lo screening mirato su alcune fasce particolari. Ecco quali:
- familiari di pazienti in isolamento domiciliare;
- personale sanitario e delle forze di polizia;
- soggetti che riprendono l'attività economica; anziani delle case di accoglienza;
- fasce deboli (disabili, malati di diabete);
- operatori del trasporto, dipendenti pubblici a contatto con l'utenza.
"In tale attività – si legge nella nota della Regione Campania – si prevede un coinvolgimento pieno di strutture pubbliche e di laboratori privati. E dunque si conclude il tira-e-molla fra privati ed ente pubblico circa i test sierologici da fare a chi li richiede, magari a pagamento. Infine, screening di massa a persone asintomatiche, partendo dagli anziani, da territori più densamente abitati, da categorie economiche esposte al pubblico (ristoranti, bar, alberghi…). Tale attività dovrà portare a centinaia di migliaia di controlli nei prossimi mesi. "Sara' un lavoro concreto – sottolinea De Luca – chiaro, al di là della confusione che si è determinata sulle tipologie di controlli e al di là di annunci propagandistici che si rincorrono in Italia".