Tentata rapina a una gioielleria di Saviano: due arresti e un fermo
Lo scorso 7 aprile avevano cercato di rapinare una gioielleria di Saviano, nell'hinterland di Napoli. Solo la reazione del titolare del negozio, che aveva esploso alcuni colpi d'arma da fuoco ferendo uno dei malviventi, aveva fatto desistere i criminali dal loro intento. Adesso, a distanza di circa un mese da quell'episodio, i carabinieri della compagnia di Nola e Saviano hanno identificato tre componenti della banda protagonista del tentativo di rapina. Due, il 23enne Alessandro Pacifico e la 46enne Antonietta Cipollaro, sono stati arrestati su mandato del giudice per le indagini preliminari di Nola. Una terza complice, la 26enne Ciretta Gala, è invece in stato di fermo perché indiziata di aver partecipato al colpo.
Uno dei rapinatori era stato ferito dal gioielliere
Proprio quest'ultima era rimasta ferita dal tentativo di difesa messo in atto dal gioielliere. La 26enne e Pacifico, come emerso dalle immagini delle telecamere di sicurezza installate nell'esercizio commerciale, erano entrati nel negozio fingendosi clienti. Poi il ragazzo aveva aggredito il titolare percuotendolo più volte al capo con il calcio di una pistola che fortunatamente si era inceppata durante il tentativo di rapina. Il titolare del negozio era riuscito così a raggiungere la sua pistola, regolarmente detenuta, e a sparare alcuni colpi, uno dei quali aveva raggiunto Gala a una gamba. Una dinamica simile a quanto accaduto lo scorso 7 ottobre a Ercolano, dove però il gioielliere Giuseppe Castaldo aveva ucciso i due malviventi che volevano rapinarlo.
Le indagini sono state coordinate dalla procura di Nola. I responsabili sono stati identificati, oltre che delle immagini di videosorveglianza, anche dalla comparazione delle impronte digitali rinvenute sulla scena del delitto. Dopo essere stati messi in fuga dagli spari del gioielliere, Pacifico e Gala avevano raggiunto la Cipollaro e altri complici, fermi all'esterno della gioielleria, dandosi alla fuga. Le indagini ora proseguono proprio per cercare di individuare gli altri complici.