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Tentato omicidio, arrestati l’ex difensore del Napoli Massimo Russo e lo zio

Svolta nelle indagini per l’accoltellamento dei fratelli Gennaro e Carmine Saltalamacchia: fermati per tentato omicidio Giovanni e Massimo Russo, quest’ultimo già ex-calciatore del Napoli ad inizio millennio.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Colpo di scena nell'indagine sull'accoltellamento dei due fratelli, Gennaro e Carmine Saltalamacchia, avvenuta su via Mezzocannone, in pieno centro storico, lo scorso 26 marzo attorno alle sedici e trenta. E' stato convalidato, infatti, il fermo dei due uomini bloccati nel pomeriggio del 26 marzo ed accusati di tentato omicidio nei confronti dei due fratelli: si tratta di Giovanni e Massimo Russo, rispettivamente zio e nipote. Il secondo è noto ai più per essere stato un ex-calciatore professionista, in forza anche al Napoli.

Massimo Russo, infatti, era considerato un promettente terzino e che nella stagione 2002-2003 esordì con la maglia azzurra. Poi un grave infortunio rallentò la sua "corsa": terminò la stagione con appena quattro presenze, quindi iniziarono i vari cambi di maglia: Como, Avellino, Torres, Crotone, Paganese e Benevento, fino all'approdo nel 2015 al Procida. Proprio allora fece già parlare di sé per fatti di cronaca: era su un autobus di linea assieme ad alcuni compagni di squadra senza aver obliterato il biglietto, quando colpì al volto un controllore dopo una lite, mandandolo in ospedale. In quel caso, la società lo mise fuori rosa, condannando invece gli altri giocatori coinvolti ad una forte sanzione economica.

Ad incastrare Massimo Russo e lo zio Giovanni sarebbero state le immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza che hanno ripreso l'aggressione avvenuta lo scorso 26 marzo e culminata con l'accoltellamento dei due fratelli Saltalamacchia: alla base di tutto ci sarebbero motivi passionali. I due erano stati fermati già la sera stessa, poche ore dopo il duplice accoltellamento, ma le loro generalità non erano ancora state diffuse: stamattina è arrivata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi, al termine dell'udienza di convalida da parte del gip.

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