Terremoto Ischia: colletta per l’infermiera che ha perso la casa mentre aiutava i feriti
Si chiama Barbara Settembre e di professione fa l'infermiera presso l'ospedale Rizzoli di Ischia. Lunedì 21 agosto, mentre il terremoto di magnitudo 4 colpiva l'isola nel Golfo di Napoli provocando crolli, morti e feriti, Barbara assisteva le persone colpite dal sisma non facendo mancare il proprio prezioso contributo. Eppure, lei stessa è una delle "vittime" del terremoto, che ha distrutto la casa dove viveva assieme al figlio. Ricordi, oggetti personali, vestiti, documenti e bancomat: tutto è rimasto sepolto dalle macerie e adesso, essendo state le aree soggette a crolli poster sotto sequestro, Barbara non può recuperare nulla di ciò che ha perso.
I colleghi hanno lanciato una raccolta fondi per aiutarla
La storia di Barbara è raccontata dai colleghi del Miceps (Movimento infermieri campani e professioni sanitarie), che sul proprio sito hanno annunciato di voler lanciare a breve una raccolta fondi per sostenere la donna e il figlio. A sostenere l'impegno del Miceps anche il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, componente della Commissione sanità: "Quando c’è un terremoto, dopo aver estratto tutte le vittime e messo in sicurezza le aree colpite, cominciano a emergere le storie delle persone che, da un momento all’altro, hanno perso tutto e alcune di queste storie sono particolarmente toccanti – ha affermato Borrelli – Come raccontato dai responsabili dell’associazione che, con me, sta combattendo per riportare la piena legalità nelle procedure di assunzioni nella sanità campana, Barbara ha lavorato e aiutato pazienti e gente in difficoltà mentre il terremoto portava via la sua casa con tutto quello che c’era custodito – ha proseguito Borrelli, che ha ricordato come – sotto le macerie è rimasto tutto quel che avevano lei e suo figlio".
I responsabili del Movimento, Fabio Gentile e Giovanni Petrillo, come primo gesto di solidarietà nei confronti della collega hanno deciso di donarle l'iscrizione all'associazione come socia ad honorem, "per farle sentire la presenza e la solidarietà di un gruppo di colleghi". Nelle prossime ore seguirà un primo incontro durante il quale saranno donati alla donna e al figlio beni di prima necessità, in attesa della solidarietà di quanti vorranno contribuire alla raccolta fondi, i cui dettagli si possono trovare sul sito dell'associazione a questo link.