Terremoto Ischia, ecco perché si usa la frase: ‘È successa Casamicciola’
«È successa Casamicciola!». Oppure: «Faccio succedere Casasmicciola!». È un modo di dire così radicato nel tempo che perfino in ‘Natale in Casa Cupiello', la commedia di Eduardo De Filippo il protagonista, Luca Cupiello, pronuncia la frase, guardando la casa messa sottosopra dalla figlia. Che significa? Presto detto: «Faccio succedere un terremoto / un casino / un disastro». Casamicciola, uno dei comuni dell'isola d'Ischia, diventa dunque sinonimo di calamità tellurica e non dal terremoto che ieri, 21 agosto, ha sconquassato l'isola Verde, ma da molto tempo. Il ricorso è storico ed è anche molto chiaro nella memoria dei partenopei, tramandato di padre in figlio.
Correva l'anno 1883 ed era estate, il 28 luglio, ore 21.30. Un pauroso sisma si abbattè su Casamicciola e la rase al suolo insieme a Lacco Ameno e Forio d'Ischia. La scossa durò 13 secondi e fu valutata del X grado della Scala Mercalli, calcolata successivamente del 5,8 della Richter. Le vittime furono ben 2.313, di cui la maggior parte a Casamicciola (1.784), Lacco Ameno (146) e Forio (345); altre vittime a Barano (10) e Serrara Fontana (28). I feriti furono complessivamente 762.
A Casamicciola, che all'epoca contava 4.300 abitanti, la maggior parte delle abitazioni crollò (79,9%), le rimanenti furono danneggiate (19,9%), una sola restò illesa.Tra le vittime del Terremoto vi furono anche i genitori e la sorella del filosofo Benedetto Croce, il quale – allora diciassettenne – fu estratto vivo dalle macerie.Per la sua violenza e drammaticità, il terremoto entrò in locuzioni come "Qui succede Casamicciola", per dire che succede un putiferio.
