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News sul terremoto a Ischia del 21 agosto

Terremoto Ischia, l’Ingv rivede i dati: ipocentro a 1 km da Casamicciola e 2 km di profondità

L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha rivisto i dati sul terremoto che il 21 agosto ha colpito l’isola d’Ischia. L’ipocentro è stato collocato ad appena un chilometro a sud ovest da Casamicciola terme, la località più colpita, e a soli due chilometri di profondità. Ecco il perché delle nuove valutazioni.
A cura di Francesco Loiacono
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Mentre Ischia piange le due vittime del terremoto dello scorso 21 agosto, i cui funerali si sono tenuti oggi, dall'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia arrivano nuovi dati più precisi (ma ancora passibili di ulteriori cambiamenti) sul luogo esatto in cui si è verificato il sisma. I ricercatori dell'Istituto hanno rivisto la localizzazione geografica e la profondità dell'ipocentro del sisma, collocandolo a 1 chilometro a sud ovest da Casamicciola Terme e ad appena 2 chilometri di profondità. Questi nuovi dati, che sono stati comunicati questa mattina alla Commissione Grandi Rischi che si è riunita presso la sede della Protezione civile a Roma, servono anche in qualche modo a spiegare il perché degli ingenti danni che si sono avuti nella zona alta di Casamicciola: "Il forte danneggiamento rilevato nella zona alta di Casamicciola con intensità macrosismica VIII, oltre alla scarsa resilienza del costruito, è dunque imputabile sia alla superficialità dell’evento, che all’amplificazione locale dei terreni che ha dato valori di accelerazione del suolo di circa 0.28 g e di velocità di scuotimento del suolo di quasi 18 cm/s", si legge sul sito dell'Ingv.

Le polemiche sulla diversa magnitudo

I dati relativi al sisma del 21 agosto erano già stati al centro di una prima polemica, per via di valori discordanti forniti subito dopo l'evento naturale. Il motivo, come è stato successivamente chiarito, è legato all'utilizzo di due diverse scale di valutazione: in un primo momento era stata utilizzata la magnitudo locale (la cosiddetta scala Richter), che aveva restituito un valore di 3.6, calcolato in maniera automatica. Successivamente però si era passati alla magnitudo durata, più idonea a misurare terremoti di media e piccola intensità. In questo caso il valore registrato è stato di 4.0 e non è cambiato.

Questa la spiegazione da parte dell'Ingv:

L’INGV utilizza diverse stime di magnitudo. La Magnitudo Locale ML (o Magnitudo Richter, dal nome del sismologo che l’ha proposta) è la più rapida da calcolare ed è la misura più diffusa per stimare l’energia rilasciata dai terremoti crostali. Nelle nostre aree vulcaniche è spesso utilizzata la Magnitudo Durata MD, perché si può calcolare rapidamente, anche se necessita della registrazione completa dell’evento, e perché per essa disponiamo di un’apposita calibrazione che tiene in considerazione le condizioni particolari di propagazione delle onde sismiche all’interno della crosta terrestre interessata da fenomeni vulcanici.

Anche i nuovi dati, però, non hanno mancato di alimentare qualche polemica tra gli esperti. In un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano "Il Mattino", in effetti, il professore emerito di Geofisica della Terra solida all'Università Federico II di Napoli, Giuseppe Luongo, a lungo direttore dell'Osservatorio Vesuviano, aveva giudicato "troppi sia quei 5 chilometri di profondità che quei 3 chilometri di distanza dalla costa al largo di Lacco Ameno", suggerendo che l'ipocentro potesse essere a "una profondità 1-2 chilometri, e un epicentro localizzato a Casamicciola, sotto piazza Maio". Valori in effetti molto simili a quelli comunicati oggi dall'Ingv.

Il perché dei nuovi dati da parte dell'Ingv

All'origine di questi nuovi dati, però, non c'è alcun complotto. La nota dell'istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, anche se molto tecnica, spiega chiaramente il perché: "Per poter essere localizzati con precisione, i terremoti in zone vulcaniche richiedono modelli di velocità specifici dell’area, sia per la forte variabilità litologica, che per l’alto gradiente geotermico. Tali modelli sono disponibili e ben verificati per l’area vesuviana e quella etnea, ma non per l’Isola d’Ischia perché, per essere messi a punto e calibrati, deve essere utilizzata la sismicità locale stessa. Dal 1999 a Ischia vi sono stati in media meno di 5 terremoti l’anno (di magnitudo M<2.5), insufficienti per elaborare un modello di velocità di riferimento affidabile". Dai pochi terremoti significativi che si sono registrati a Ischia negli anni passati, dunque, deriva l'approssimazione del modello utilizzato per localizzare con precisione il sisma: "Consapevoli di tale approssimazione, i sismologi dell’INGV hanno per questo iniziato da subito dopo l’evento un percorso di affinamento della localizzazione, utilizzando modelli di velocità prototipali".

Da qui la rivalutazione, comunque "da considerarsi preliminare, ovvero ancora passibile di raffinamento una volta che sarà determinato un modello di velocità tridimensionale dell’area". I nuovi dati forniti sono dunque i seguenti: "I parametri ipocentrali presentati alla CGR (Commissione grandi rischi, ndr) localizzano il terremoto a 1 km SW di Casamicciola Terme (NA), con coordinate geografiche (lat, lon) 40.74°, 13.90° a una profondità di circa 2 km".

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