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Terrorismo, Ouali si difende: “Non c’entro con l’Isis”. Domani udienza per l’estradizione

L’algerino: “Non c’entro nulla con il terrorismo”. Djamal Ouali è accusato di aver falsificato i documenti per i terroristi di Bruxelles, si difende dal carcere di Fuorni (Salerno), dove è detenuto. Domani si decide se estradarlo in Belgio.
A cura di Gaia Bozza
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Djamal Ouali, arrestato a Bellizzi (Salerno)
Djamal Ouali, arrestato a Bellizzi (Salerno)

Chi è davvero Djamal Ouali? Un genio informatico, uno che frequentava un ambiente di falsari, uno venuto dal Belgio in Italia, in provincia di Salerno, solo due mesi fa per falsificare documenti? Così è scritto nel mandato d'arresto europeo, così avrebbe detto un amico del 40enne accusato di terrorismo, originario dell'Algeria, che però a Bellizzi aveva chiesto persino il permesso di soggiorno, mentre in Belgio, secondo la moglie che lo ha seguito poi anche in Italia, aveva provato ad avviare una attività di import-export .  "Io non c'entro nulla con l'Isis – ha detto stamattina al suo avvocato, Gerardo Cembalo –  sono estraneo a tutte le accuse, non ho falsificato documenti". Il 40enne è detenuto nel carcere di Fuorni (Salerno), in regime di isolamento e domani si terrà l'udienza per decidere sulla estradizione in Belgio. Una estradizione alla quale l'uomo non si opporrà: "Domani alle 12 ci sarà l'udienza  – spiega l'avvocato a Fanpage,it – Non ci opporremo alla richiesta formulata nel mandato d'arresto europeo". L'algerino, che a Bellizzi aveva chiesto il permesso di soggiorno per motivi di salute, poiché la moglie è incinta, si dice "molto provato".

L'arresto di Djamal Ouali

Lo scorso 27 marzo Djamal Ouali è stato arrestato dalla Polizia italiana su mandato delle autorità del Belgio: è ritenuto legato alla cellula terroristica che avrebbe fornito supporto agli attentatori di Bruxelles. L'uomo è accusato di aver fornito ai terroristi i documenti falsi. L'indagine era partita a ottobre del 2015, in seguito ad alcune perquisizioni durante le quali sarebbe stato sequestrato materiale e documentazione fotografica. Un amico dell'algerino – come si legge sull'ordine di arresto del 40enne – lo descrive come il "genio informatico"  e testimonia come l'uomo, giunto in Belgio nel 2014, frequentasse ambienti in cui venivano falsificati documenti. Durante i sopralluoghi avvenuti nell'ambito delle indagini per gli attentati di Parigi e che hanno portato al sequestro del materiale – come si evince ancora dal mandato di arresto dell'algerino – gli inquirenti hanno rinvenuto una stampante con dei rulli e hanno rinvenuto i negativi di stampa di documenti falsi a nome di Samir Bouzid, Soufiane Kayale e Yassine Baghli, ovvero, Salah Abdeslam – membro del commando responsabile degli attacchi di Parigi del 13 novembre 2015.

a cura di Alessio Viscardi e Gaia Bozza

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