Tesoro di San Gennaro, accordo tra Curia e Deputazione
La Curia del e la Deputazione hanno sottoscritto un documento che riconosce la titolarità sulla cappella da parte dell'organismo che per cinque secoli ha custodito le reliquie e il culto di San Gennaro. "L'accordo" appare come un atto distensivo dopo la guerra scoppiata all'indomani del decreto governativo del Ministro Alfano che sancisce, di fatto, un'ingerenza inedita della Curia all'interno della Deuputazione. In poche parole, il provvedimento del capo del dicastero stabilisce la nomina di 4 membri da parte della Curia. Una decisione che favorirebbe il cardinale Sepe, accusato di voler "mettere le mani" sulla Cappella di San Gennaro, dove, all'interno del nel Duomo, sono custodite le ampolle col sangue del santo patrono di Napoli.
Il tesoro di San Gennaro: un patrimonio da 50 miliardi di euro
In ballo c'è soprattuto la custodia dell'antico e prezioso Tesoro di San Gennaro, anch'esso conservato nella cappella: un patrimonio di gioielli donati nei secoli da notabili, reali e nobili al patrono e il cui valore è stimato intorno ai 50 miliardi di euro. Pur trovandosi nella cattedrale napoletana la Cappella appartiene, infatti, alla Chiesa, ma è amministrata dalla Deputazione. Il vescovo detiene solo la "competenza per gli aspetti relativi all'esercizio del culto, come si legge nel documento sottoscritto dalle parti". Al cardinale Sepe, dunque, spetta la cura degli aspetti liturgici e devozionali del culto e non l'amministrazione "ordinaria e straordinaria, della Cappella di San Gennaro" che, chiarisce il documento è di competenza della città di Napoli, rappresentata dalla Deputazione. Sabato prossimo, intanto è prevista la processione in onore del Santo per il miracolo di maggio. Si tratta di una delle tre date in cui avviene la liquefazione del sangue di San Gennaro.