Tifoso morto a Milano, i ragazzi a bordo della Volvo si dichiarano innocenti
Chi guidava l’auto che ha investito Daniele Belardinelli? Una domanda che si pongono gli inquirenti da quel 26 dicembre, giorno degli scontri prima della partita Inter – Napoli in programma a San Siro, per far luce sulla morte del leader dei ‘Blood Honour' ultras della curva del Varese gemellati storicamente con i nerazzurri. Proprio per questo alle 9 i ragazzi a bordo della Volvo V40 che avrebbe investito l’ultrà 35enne, sequestrata dagli inquirenti a Napoli, sono arrivati nella Questura partenopea, entrando da un ingresso laterale, per evitare occhi indiscreti. Ad accompagnarli il loro avvocato difensore, Emilio Coppola che spiega: "I ragazzi si dichiarano innocenti". Prima di raggiungere i suoi assistiti, il legale risponde a qualche domanda dei cronisti, precisando alcuni punti: "Sono quattro ragazzi più un minorenne per cui si procede separatamente. (Il minorenne non è difeso da lui ndr). I miei assistiti saranno sentiti come persone informate dei fatti, poi vedremo se gli investigatori milanesi decideranno di notificargli in tempo reale un avviso di garanzia, cioè l’iscrizione nel registro degli indagati perché, al momento, questa iscrizione a noi non risulta".
Come anticipato ieri da Fanpage.it i giovani sono tutti coetanei e vivono nella stessa zona a ridosso del centro storico cittadino. In queste ore verranno sentiti dalla Digos di Milano chiarendo anche che alla guida, stando quanto riferito dal loro avvocato, non c’era il figlio del proprietario dell’auto in leasing. "Il materiale guidatore dell’auto, racconta Coppola, non è il figlio del proprietario ma un altro ragazzo. Oggi lo chiariremo agli inquirenti. Non hanno mai negato che fossero a bordo della Volvo, l’auto è a disposizione, è stata sequestrata. Ci rimettiamo nelle mani della giustizia. Siamo sicuri che non sia un’auto coinvolta negli incidenti». Sono tante le domande che si pongono gli investigatori in questi giorni, una su tutte: Perché hanno lavato l’auto una volta rientrati a Napoli? Anche a questo quesito risponde l’avvocato Coppola, prima di dirigersi in Questura: "Parlando con i ragazzi mi hanno detto che l’auto è stata lavata perché, andare in cinque a Milano per vedere una partita… era l’auto che usava il padre solitamente per lavorare, mi sembra normale, insomma, tornare a Napoli e portarla a lavare prima di riconsegnarla al padre che ci deve lavorare".