Tiziana Cantone, inchiesta archiviata: nessuno la spinse a suicidarsi
Nessuna istigazione al suicidio: è stata archiviata così l'inchiesta sul Suicidio di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano che si uccise dopo la gogna mediatica in cui si era ritrovata dopo la diffusione su internet di alcuni video hot in cui compariva. Lo riporta il quotidiano "il Mattino": una storia complessa e ancora lontana dall'essere chiarita, e che l'archiviazione disposta dalla Procura di Napoli Nord adesso potrebbe "chiudersi" senza colpevoli.
La ragazza si suicidò nel settembre 2016, dopo che un processo intentato contro i "giganti" del web (Facebook, Google, YouTube) si conclusa con la sua condanna al pagamento delle spese legali: la ragazza si impiccò con un foulard in casa. Nel fascicolo non c'era alcun iscritto, sebbene fossero state ascoltate circa venti persone in qualità di "informati sui fatti". Ma oggi è arrivato il provvedimento di archiviazione, che dunque lascia la vicenda senza colpevoli.
"Rispettiamo la decisione della Magistratura, ma continuiamo a ritenere che le responsabilità della morte di Tiziana Cantone non siano ascrivibili solo alla sua volontà", hanno detto il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli, "siamo vicini al dolore della mamma che perde la figlia per la seconda volta e continueremo a batterci affinché non sia possibile distruggere la vita personale e la privacy di persone senza pagarne le conseguenze. Questa vicenda deve servire a spingere il Parlamento", ha concluso, "a realizzare leggi sempre più attente a controllare e gestire con attenzione i social e internet per evitare altre tragedie".