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Tiziana Cantone, oggi il summit tra magistrati: le due inchieste forse unificate

Oggi il vertice tra gli investigatori della Procura di Napoli e quella dell’area Nord. Obiettivo: unificare gli sforzi per far luce sulla diffusione illecita dei video hard, atto che ha avuto come conseguenza il suicidio di Tiziana Cantone. Nei giorni scorsi perquisizioni e sequestri di cellulari, tablet e pen drive Usb.
A cura di Redazione Napoli
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Potrbbero essere unificate le due inchieste sulla diffusione illegale dei video hard, sul lucro che se ne fece e sul suicidio (con ipotesi di istigazione all'atto) di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano che martedì scorso si è tolta la vita impiccandosi dopo un anno di patimenti a causa dell'illecita circolazione sul web di suoi video privati. Oggi il faccia a faccia tra il procuratore aggiunto di Napoli Fausto Zuccarelli e il capo della Procura del Tribunale di Napoli nord, Francesco Greco per stabilire il dafarsi. L'ipotesi è che gli atti passino tutti a Napoli Nord dove c'è l'inchiesta che ha il compito di accendere un faro e indagare su eventuali responsabilità connesse al suicidio della ragazza. A Napoli invece c'è l'indagine per diffamazione con quattro indagati, aperta oltre un anno fa. Di certo c'è che nei giorni scorsi ci sono state perquisizioni e sequestri di cellulari, tablet e pen drive Usb.  Al momento nel quadro di accertamenti, pur senza essere indagato, è finito anche il fidanzato di Tiziana Cantone, i cui cellulari e tablet sono in corso di analisi nelle mani di un perito informatico nominato dalla Procura. Obiettivo: chiarire il quadro dei rapporti tra i due e la relazione fra entrambi e la diffusione dei video hard. Ciò anche alla luce delle durissime frasi – verbalizzate dai carabinieri di Giugliano – della madre di Tiziana che ha definito la figlia "plagiata" dal fidanzato con cui avrebbe avuto un rapporto molto tormentato.

C'è anche l'ipotesi di allargare il giro delle indagini anche a coloro i quali, mettendo su in quattro e quattr'otto commerci online con magliette e vario ‘gadget' di cattivo gusto avrebbero contribuito illecitamente a far circolare l'immagine della donna. Ma al momento non si sa se questa possibilità è davvero percorribile con l'attuale legge.

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