Torre Annunziata, dopo il lutto per il crollo si torna a sparare
Poco meno di quarantotto ore è durato il "lutto" della camorra a Torre Annunziata. In una città che ancora piange i suoi otto morti, tra cui due bambini, nel crollo della palazzina di Rampa Nunziante e che deve fare i conti anche con la furia degli incendi che stanno attanagliando il centro abitato, è arrivata anche una "stesa" di camorra. E per di più, neppure lontano dal luogo del lutto: appena cinquecento metri dalla Basilica dove si sono celebrati i funerali delle vittime del crollo della palazzina.
Una "stesa" che aveva come obiettivo un'auto parcheggiata in strada ed un'abitazione a ridosso di Palazzo Fienga, l'ex-roccaforte del clan Gionta. Dieci colpi di pistola esplosi in pieno giorno in via Castello a pochi passi da un locale ben conosciuto ben conosciuto, suo malgrado, per un episodio di camorra risalente al 1984. All'epoca, il locale si chiamava Circolo dei Pescatori, e fu teatro dell'omonima strage che avvenne il 26 agosto, giorno di Sant'Alessandro. All'epoca la camorra volle colpire il boss emergente Valentino Gionta (oggi in carcere in regime di 41 bis), che riuscì a salvarsi: ma sul terreno rimasero otto persone, alcune delle quali del tutto estranee agli ambienti di camorra. Il commando fece irruzione su un autobus rubato pochi giorni prima, dal quale scesero 14 sicari armati di fucili a pompa, AK-47 ed IMI Uzi. Un orrore che Torre Annunziata, ieri, ha rivisto per qualche minuto.