Torre Annunziata, i pusher usavano i bimbi e vivevano nel lusso: affreschi stile Gomorra
Piazze di spaccio a gestione familiare, dove la moglie subentrava al marito, o la gestione poteva passare ai figli, al genero, e qualche volta anche i figli piccoli potevano aiutare, usati per consegnare gli stupefacenti quando i genitori erano occupati. Il sistema di droga di Torre Annunziata, che dai rioni Murattiano, Provolera e Cuparella faceva arrivare vagonate di droga a Eboli, Salerno e persino a Messina, funzionava similmente a quello ricostruito negli anni scorsi dai militari al Rione Traiano, nel quartiere napoletano di Soccavo: piazze di spaccio con una regia unica, organizzate all'interno delle abitazioni e in cui collaborano interi nuclei familiari.
Parlano le intercettazioni, tra le pieghe dell'ordinanza che ha portato all'ordinanza di custodia cautelare, eseguita ieri 19 novembre, per 36 persone, accusate a vario titolo di spaccio di stupefacenti: 19 sono in carcere, 7 agli arresti domiciliari e per gli altri 9 è stato disposto il divieto di dimora e per uno l'obbligo di firma. In un dialogo intercettato, una delle donne destinatarie del divieto di dimora parla con uno degli arrestati, imparentato col boss Valentino Gionta. L'uomo le telefona per farsi consegnare gli stupefacenti, che durante la chiamata definisce "soldi". "Non posso scendere – risponde lei – ti faccio scendere un attimo la bambina davanti al portone".
Nel corso delle indagini, coordinate dai sostituti Emilio Prisco e Sonia Nuzzo del pool del procuratore Pierpaolo Filippelli, in quattro mesi centinaia di episodi di spaccio di cocaina, kobret e stupefacenti di altro tipo; la droga veniva portata anche in carcere, gli incassi stimati per il gruppo erano superiori ai 14mila euro.
Guadagni altissimi, che si traducevano nelle abitudini che sono state osservate al Rione Traiano ma anche al Parco Verde di Caivano: case apperentemente modeste, ma all'interno trasformate in stile Gomorra: uno degli spacciatori, ritenuto tra i vertici dell'organizzazione, oltre alle ormai classiche cornici dorate e le statue di leoni e pavoni in porcellana, aveva anche il soffitto affrescato.