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Torre del Greco, folla ai funerali di Pietro e quel grido: “Basta armi”

Ieri sera i funerali di Pietro Spineto, morto a 19 anni per un colpo d’arma da fuoco, esploso accidentalmente da una pistola tenuta in mano da un amico 15enne, ora accusato di omicidio colposo. Più di mille persone in piazza a Torre del Greco per salutarlo.
A cura di Va.Re.
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Foto da VesuvioOnline
Foto da VesuvioOnline

Ieri sera i funerali di Pietro Spineto, morto a 19 anni per un colpo d'arma da fuoco, esploso accidentalmente da una pistola tenuta in mano da un amico 15enne, ora accusato di omicidio colposo. A dare l'ultimo saluto al ragazzo, tra un mare di palloncini bianchi e azzurri, più di mille persone stipate nella basilica di Santa Croce a Torre del Greco e davanti la chiesa. In prima fila gli amici e i familiari distrutti dal dolore di una morte arrivata all'improvviso e ingiustificabile. La bara bianca è portata in spalla dagli amici di sempre, quelli del quartiere, tutti con la stessa maglietta bianca con sopra la foto dell'amico.

E poi quel grande striscione che sembra un grido di dolore e di denuncia: "Stop alle armi". Basta armi, pistole che girano troppo facilmente in molti quartieri di Napoli, dalla periferia al centro storico come ci raccontano le cronache. In mano a ragazzini che vogliono fare i boss, e che per farlo non esitano ad uccidere e ad uccidersi a vicenda, ma anche in mano a giovani che le tengono in mano per gioco. Proprio come Pietro e il suo amico di soli 15 anni, che quell'arma l'aveva trovata in casa, dove il padre, vicino ad un clan di camorra ci raccontano le cronache, la deteneva illegalmente. Perché quando le armi girano, e in gran quantità, è inevitabile che qualcuno le prenda in mano.

L'ultimo saluto a Pietro è affidato all'omelia di don Giosuè Lombardo, che della morte di quel ragazzo del suo quartiere ha tratteggiato un quadro dei mali di Torre del Greco: lo stato assente, la disoccupazione, la mancanza di spazi di aggregazione e cultura. Quel ragazzo che don Giosuè si ricorda quando frequentava l'oratorio, pieno di speranze ma non di possibilità. All'uscita del feretro la piazza esplode in un applauso commosso, mentre i palloncini volano in alto.

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