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Tragedia nel carcere di Benevento, ergastolano si impicca con l’elastico della tuta

La vittima è Vincenzo Guerriero, napoletano di 39 anni e affiliato al clan D’Alessandro di Castellammare di Stabia, condannato all’ergastolo per omicidio. Il detenuto si è chiuso nel bagno della cella e, all’insaputa del compagno di cella, si è impiccato utilizzando l’elastico della tuta.
A cura di Valerio Papadia
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Choc nel carcere di Benevento, dove nella notte tra mercoledì e giovedì un detenuto di 39 anni, condannato all'ergastolo e in galera da dieci anni, si è suicidato impiccandosi all'interno della sua cella. Si tratta di Vincenzo Guerriero, ritenuto affiliato al clan D'Alessandro di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli e condannato all'ergastolo per un omicidio avvenuto nel 2006, del quale è stato riconosciuto mandante ed esecutore materiale. Il 39enne si sarebbe rinchiuso nel bagno della sua cella senza farsi notare dal compagno e avrebbe poi legato l'elastico della tuta alle sbarre, suicidandosi: vani i soccorsi.

A rendere noto l'accaduto è Emilio Fattoriello, segretario regionale del Sappe, il Sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria: "Un detenuto ergastolano di 39 anni di origine napoletana,  Vincenzo Guerriero, alias ‘o cane, si è tolto la vita impiccandosi nella casa circondariale di Benevento. L’uomo si è rinchiuso nel bagno e si è legato alle inferriate con il cordoncino di una tuta all’insaputa del compagno di cella. A nulla sono valsi i soccorsi. Ancora una tragedia in carcere nell’indifferenza del Ministero della Giustizia e del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria".

Alla parole di Fattoriello si aggiungono anche quelle di Donato Capece, segretario generale del sindacato: "È il quarto suicidio in pochi giorni: gli altri tre si sono verificati a Roma Regina Coeli, Terni e Milano San Vittore. E due poliziotti penitenziari si sono tolti la vita in poche settimane. Questi sono i drammi che vivono le carceri, ma il Ministero della Giustizia e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria pensano ad altro. Ad esempio, ad aumentare dell’80% lo stipendio dei detenuti che lavorano senza pensare che la Polizia Penitenziaria ha un contratto scaduto da 10 anni".

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