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Trascritto per la prima volta a Napoli l’atto di nascita di un bimbo nato da due donne

Le due mamme del piccolo, un maschietto nato il 3 agosto 2015, si sono sposate 10 anni fa a Barcellona. Per loro, protagoniste di una inchiesta di Fanpage.it., ottenere il riconoscimento della nazionalità italiana per il bimbo è stato un percorso difficile poiché L’Italia non ha una legge sulle unioni civili.
A cura di Angela Marino
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Si è conclusa felicemente la battaglia di Daniela e Marta, due giovani donne italiane sposate in Spagna, che per mesi – come denunciato dall'inchiesta di Fanpage.it – hanno rivendicato la cittadinanza italiana per il loro bimbo. Il piccolo Ruben è nato il 3 agosto 2015  dalla loro unione avvenuta in Spagna 10 anni fa, ma solo il 30 settembre scorso la sua nascita è stata trascritta, per la prima volta in Italia, dal comune di Napoli. A provvedere all'atto è stato l'Ufficio Anagrafe del Comune. Le madri del piccolo, sebbene residenti a Barcellona, sono due cittadine italiane e per questo, come hanno raccontato a Fanpage (video), il piccolo ha diritto alla cittadinanza italiana.

La storia di Ruben, nato in Spagna da due mamme italiane

La strada, tuttavia, non è stata facile per Daniela e Marta perché l'Italia, non permette la trascrizione dell'atto di nascita del loro bimbo perché non ha una legge sulle unioni civili. Dopo la denuncia delle due donne il piccolo Ruben ha dovuto attendere diversi giorni il documento che certificava la sua nazionalità. La trascrizione dell'atto di nascita del piccolo, è infine avvenuta su richiesta – come recita l'atto dell'ufficiale dello Stato civile del Comune di Napoli – del Consolato generale d'Italia a Barcellona. Per diverse settimane il figlio della coppia, che per la legge spagnola non poteva essere riconosciuto in quanto cittadino italiano, è rimasto senza documenti, quindi privo di assistenza sanitaria e di fatto "clandestino". In caso di necessità – come sfortunatamente appurato dalle due mamme – il piccolo doveva ricorrere alle cure del pronto soccorso. Una condizione che per lungo tempo ha pesato sulla vita della neonata famiglia e che ha spinto le due donne a denunciare pubblicamente la loro storia.

Sannino, Arcigay: "Napoli città all'avanguardia per i diritti Lgbt"

“Questa notizia – dichiara Antonello Sannino, presidente di Arcigay Napoli- dimostra che Napoli, per quel che concerne i diritti delle persone LGBT è oggi una città all'avanguardia in Italia, dotata di un tessuto amministrativo e sociale profondamente inclusivo e lungimirante. E questo conferma sia una tradizione di inclusività della città, sia il grande lavoro svolto negli ultimi anni dalle associazioni, dal Sindaco Luigi de Magistris e dall'amministrazione comunale”.“Mentre il Parlamento procrastina e ritarda l'approvazione del ddl Cirinnà sulle unioni civili – aggiunge il Vice Presidente Fabrizio Sorbara – vicende come questa dimostrano che il paese non solo è pronto alla legge sulle unioni civili ma ha una sensibilità che va perfino oltre e supera di gran lunga proposte e promesse dei partiti e degli uomini di governo”. “Ancora una volta – conclude Claudio Finelli, responsabile cultura di Arcigay Napoli – grazie alle urgenze dei singoli e alla sensibilità di coraggiosi rappresentanti delle istituzioni del nostro paese, assistiamo a posizioni che possono fare "scuola" in termini di civiltà e rispetto”.

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