Tre testimoni smentiscono Luca Materazzo: è accusato di aver ucciso il fratello con 40 coltellate
Tre testimoni hanno smontato l'alibi di Luca Materazzo, accusato di aver ucciso con quaranta coltellate il fratello Vittorio il 28 novembre 2016. "Ero in un bar vicino casa perché volevo vedere la partita del Napoli", ha raccontato ai giudici Luca. Ma la cassiera e i due baristi hanno giurato di non aver visto quella sera Materazzo e che tra l'altro il locale non trasmetteva la partita perché l'abbonamento era scaduto. Nei pressi del luogo del delitto si trovava anche una ragazza di 22 anni, che passava per caso e ha detto ai giudici nel corso dell'udienza: "Ho visto un uomo scappare, aveva il casco integrale in testa". Decisiva anche la testimonianza del salumiere che lavora in un alimentari che si trova a circa 50 metri dalla scena del crimine. Quest'ultimo ha visto il cadavere insanguinato e due sorelle della vittima terrorizzate dallo spavento.
L'omicidio di Vittorio Materazzo
Il cadavere di Vittorio Materazzo, ingegnere di 51 anni, è stato ritrovato di fronte alla sua abitazione al civico numero 3 di viale Maria Cristina di Savoia a Chiaia, Napoli. L'omicidio è avvenuto intorno alle 19 e 30 del 28 novembre 2016, quando Materazzo stava rientrando in casa dopo il lavoro. Il suo assassino l'ha atteso nell'androne del palazzo e l'ha ucciso con quaranta coltellate. Il movente della rapina fu escluso quasi da subito, perché dalle tasche della vittima non mancava nessun oggetto di valore. L'ipotesi degli investigatori è che il fratello Luca, arrestato in Spagna, l'abbia ucciso per motivi legati all'eredità