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“Tremila euro per superare il concorso nell’Università”, ex dipendente rinviato a giudizio

Un ex dipendente della Federico II di Napoli è stato rinviato a giudizio per truffa: secondo l’accusa, sfruttando la casella mail di un professore, aveva convinto circa 40 persone a versargli tremila euro per vincere un concorso interno e assicurarsi un posto di lavoro nella segreteria dell’università. Il processo si aprirà nei prossimi mesi.
A cura di Nico Falco
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Nessuna preoccupazione per il concorso, ci avrebbe pensato lui a farlo superare brillantemente. E nessun problema nemmeno per il futuro: sarebbe arrivato il contratto, chiaramente a tempo indeterminato, in una delle più grandi università italiane. Una sicurezza, al fronte di una spesa tutto sommato di poco conto: tremila euro, in contanti e subito. L'offerta, illegale ma molto allettante, aveva convinto una quarantina di persone e il "venditore di posti", secondo l'accusa, avrebbe intascato qualcosa come 120mila euro. Ma in realtà non c'era nessuna scappatoia per superare il concorso interno e nessuna assunzione: non era una truffa all'Università ma a chi ci aveva creduto e gli aveva consegnato il denaro sperando così di mettere il proprio futuro in cassaforte. La vicenda era venuta fuori nel giugno 2018, con indagini della Guardia di Finanza di Caserta che avevano denunciato due persone con l'accusa di avere raggirato 39 candidati nel 2016. Uno dei due è stato assolto dal gup del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, che invece ha rinviato a giudizio per truffa l'altro denunciato: si tratta di un uomo di 39 anni, campano, ex dipendente amministrativo, che si accreditava usando il nome di un docente ignaro della truffa: era riuscito ad avere accesso alla sua casella email istituzionale e si qualificava come suo assistente per guadagnare credibilità.

Le persone raggirate avevano raccontato alle forze dell'ordine di avere ricevuto anche la prima convocazione per la stipula del contratto di assunzione nella segreteria dell'ateneo, arrivata proprio dal professore: in realtà era sempre il truffatore, che così cercava di temporeggiare dopo aver intascato i soldi. Il processo partirà nei prossimi mesi.

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