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Triplice omicidio di uomini del clan “Lo Russo”: sette arresti in tutta Italia

Sette arresti in tutta Italia per un triplice omicidio avvenuto il 15 marzo del 2009: sei di loro erano già in varie carceri d’Italia, mentre il settimo era a piede libero a Mugnano di Napoli. Il triplice omicidio sarebbe stato “ordinato” dagli stessi uomini del clan Lo Russo contro tre affiliati ritenuti troppo “autonomi”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Sette arresti da parte dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli nei confronti di esponenti dei clan "Lo Russo" e quello degli "Amato-Pagano". Le ordinanze di custodie cautelare in carcere sono state notificate in tutta Italia: a Mugnano di Napoli ma anche nelle carceri di Cuneo, L'Aquila, Terni, Tolmezzo (Udine) e Viterbo. Tutte nei confronti di sette persone ritenute responsabili a vario titolo di omicidio, porto e detenzione illegale di armi e munizioni, nonché occultamento di cadavere: tutti reati aggravati da finalità mafiose.

Al centro delle indagini, un triplice omicidio avvenuto il 15 marzo 2009 a Mugnano di Napoli, dove vennero uccisi Francesco Russo, il figlio Ciro, ed il loro autista Vincenzo Moscatelli, tutti ritenuti vicini al clan de "I Capitoni", nome storico con cui il clan dei Lo Russo si affacciò sul mondo della criminalità organizzata a fine Anni Settanta, quando di lì a poco si unirono alla guerra contro la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, per poi aderire successivamente al nuovo patto tra famiglie che prese il nome di Alleanza di Secondigliano.

Secondo le indagini degli inquirenti, i tre omicidi non furono casi di "lupara bianca", come ipotizzato finora, ma avvennero su richiesta dei Lo Russo stessi, i quali decisero quelle morti per eliminare elementi diventati, a loro avviso, troppo autonomi in alcune attività illecite del clan e da loro gestite, e dunque "fastidiosi" per lo stesso clan. I sette raggiunti ora dalle ordinanze di custodia cautelare in carcere sono C.A. (già in carcere a Viterbo), C.P. (già in carcere a Cuneo), L.C. e M.R. (già in carcere a Terni), O.S. (in carcere a L'Aquila), O.P. (già in carcere a Tolmezzo), ed infine F.B., unico che era ancora piede libero e tradotto quest'oggi nella casa circondariale di Secondigliano.

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