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Troppi impiegati in malattia: chiusi gli scavi di Ercolano. I turisti fanno dietrofront

Per il sito archeologico vesuviano sono disponibili solo 36 addetti alla vigilanza distribuiti su 5 turni. La Soprintendenza per i Beni archeologici ha disposto oggi la chiusura del sito. Cancelli chiusi per decine di turisti.
A cura di An. Mar.
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Il sito archeologico ha chiuso alle 13 di oggi per carenza di personale tra le proteste delle decine di turisti in fila per ammirare le antiche vestigia. A disporre il provvedimento speciale la Soprintendenza Speciale per i beni archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia, che in una nota ha sottolineato la "criticità" della situazione. Per la vigilanza degli scavi di Ercolano infatti sono disponibili solo 36 addetti distribuiti su 5 turni (mattina, pomeriggio, notte, franco e riposo). Il che significa disporre di un massimo di 6/7 custodi per turno per un’area di 4,5 ettari, dotata di 3 ingressi, anch’essi da sottoporre a controllo. Questi numeri – spiegano dalla Soprintendenza – consentono normalmente di garantire la tutela del monumento, ma non l’ottimale pubblica fruizione, obbligandoci nel migliore dei casi a un’apertura a rotazione di alcune delle più significative domus del sito.

Ciò che ha reso necessario il provvedimento di oggi è stata l'assenza simultanea per malattia di alcuni dipendenti che ha di fatto reso impossibile per motivi di sicurezza l’apertura del sito. L'emergenza in cui versa l'organico dipende dalla mancanza di turn over, che non consente un rimpiazzo di personale a seguito del pensionamento di quello in servizio, e che riguarda un po’ tutto il comparto statale.“La situazione – dichiara il Soprintendente Massimo Osanna – è già all'attenzione del Ministro Franceschini e con il Ministero per i Beni, le Attività Culturali e il Turismo si sta provvedendo a mettere a punto una convenzione Ales ad hoc per Ercolano, al fine di garantire una soluzione definitiva e assicurare oltre alla tutela anche la massima offerta di visita dell’area archeologica.”

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