È tornata di moda la vecchia truffa dello specchietto, molti casi soprattutto nel weekend
È una delle truffe più note ma al tempo stesso più efficaci perché non fa leva sulla furbizia ma è quasi una rapina che spesso avviene ai danni di giovanissimi al volante, magari per le prime volte, in libera uscita nel fine settimana. Stiamo parlando della truffa dello specchietto. Il meccanismo è facile. A bordo di un'auto, spesso di grossa cilindrata, due uomini o un uomo e una donna fingono una collisione, lampeggiano e tartassano con clacson ed epiteti l'ignara vittima al volante, lo costringono a fermarsi e si fanno dare soldi per la riparazione dell'auto e per evitare una lettera all'assicurazione. Nella città con il più alto costo della Rc auto viene quasi scambiato come un favore per evitare l'aumento del premio polizza.
E quando qualcuno non ci casca, ecco la velata minaccia, l'automobilista arrabbiato che minaccia chissà cosa. E la vittima cede. Non sempre va così. Stavolta è capitato all'automobilista di un veicolo in transito lungo Corso Campano a Giugliano. Solito copione: fingendo una collisione con il loro specchietto retrovisore, inseguita e bloccata la vittima, in due hanno preteso l'immediato risarcimento del danno: 120 euro la richiesta. Facilmente convinta ad evitare il coinvolgimento delle assicurazioni che avrebbe portato a costi sicuramente più alti, la vittima ha consegnato 50 euro quale prezzo per la riparazione. I carabinieri della sezione radiomobile di Giugliano in Campania hanno però arrestato per truffa e resistenza a pubblico ufficiale due giovani di 25 e 24 anni, entrambi di Pomigliano D'Arco. Con lo stesso trucco, i due giovani avevano poco prima tentato di truffare una seconda persona. Sfuggita al raggiro, la vittima ha allertato i carabinieri e fornito una descrizione dei truffatori e del loro veicolo. Individuati poco dopo, i due sono stati inseguiti e dopo qualche chilometro di fuga bloccati nel comune confinante di Villaricca. Finiti in manette, sono stati in camera di sicurezza in attesa di giudizio. Recuperata e restituita la banconota da 50 euro poco prima sottratta con l'inganno all'automobilista che – compresa la truffa – aveva anch'egli contattato il 112.