Truffa milionaria all’Inps, anche il presidente di Federaziende tra i 6 arrestati

Assegni familiari, malattie, maternità e bonus Renzi: nel calderone ci finiva tutto quello che l'Inps avrebbe rimborsato. Attraverso una falla nel sistema, secondo l'accusa, facevano credere che gli importi fossero stati anticipati, e così facendo riuscivano ad ottenere l'erogazione dei fondi. Importo totale truffato: 2 milioni di euro di indennità previdenziali. L'operazione dei carabinieri di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, ha fatto luce su una organizzazione composta da consulenti del lavoro, imprenditori e faccendieri, accusati di aver incassato un tesoretto sottraendolo ai fondi di previdenza sociale. I consulenti e i legali rappresentanti di 84 ditte, iscritti anche loro nel registro degli indagati, hanno dichiarato di avere anticipato oltre 2 milioni di euro a favore dei propri dipendenti, indicando le somme negli Uniemens (le denunce mensili Inps) e sugli F24, per creare un credito inesistente nei confronti dell'Erario; il meccanismo funzionava grazie a una falla scoperta dagli indagati all'interno del sistema di controllo dell'Inps e della partecipata SISPI, la Società Italiana di Servizi per la Previdenza Integrativa.
Le indagini, avviate nel 2018 e coordinate dalla Procura della Repubblica di Nocera Inferiore, hanno portato a 6 misure cautelari agli arresti domiciliari, eseguite all'alba di oggi, 22 marzo, dai carabinieri del reparto territoriale di Nocera Inferiore; i destinatari risiedono tra Salerno, Benevento, Napoli e Lecce e le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe ai danni dell'Inps e dell'Agenzia delle entrate. I carabinieri hanno appurato che gli appartenenti al sodalizio riuscivano ad ottenere erogazioni indebite attraverso compensazioni fittizie derivanti da importi conguagliati relativi ad arretrati per assegni al nucleo familiare, malattia, maternità e bonus Irpef 80 euro (Bonus Renzi). In fase di esecuzione dell'ordinanza sono stati sequestrati somme di denaro, beni immobili e quote societarie agli indagati, riuscendo ad eguagliare l'ammontare delle somme erogate ma non dovute.
Gli arrestati sono E. M., presidente nazionale di Federaziende (la misura cautelare è poi revocata dal Tribunale del Riesame in attesa del processo) , G.C., presidente nazionale dell'ente bilaterale E.Bi.N., P.M., agente della Polizia Penitenziaria e gestore, di fatto, di Federaziende regionale Campania, G.S., consulente del lavoro e responsabile di zona di Federaziende Pagani e A.M., consulente del lavoro e responsabile di zona Federaziende Moiano; uno dei destinatari della misura è attualmente irreperibile. In totale gli indagati sono 90.