Truffano un’anziana e le fanno cambiare contratto telefonico, denunciati in tre

Con qualche giro di parole e una buona parlantina si erano fatti leggere dati personali, vecchie bollette del telefono e documenti, e l'avevano indotta ad accettare, a pronunciare quel "sì" che a loro serviva. Si erano presentati al telefono parlando di sconti e rimborsi, invece volevano solo far stipulare un nuovo contratto per incassare la provvigione sull'abbonamento. E tutto sembrava essere filato liscio, fin quando la vittima, una nonnina di più di novant'anni, s'è vista recapitare a casa la comunicazione del cambio gestore telefonico. È caduta dalle nuvole, non ha capito cosa stesse succedendo e, supponendo di essere incappata in una truffa, ha avvisato le forze dell'ordine.
Il raggiro è stato scoperto e nei guai ci sono finite tre persone, quelle che avevano telefono qualche giorno prima: erano procacciatori di affari di una società che si occupa di nuovi allacciamenti e cambi gestori, erano riusciti a truffare la signora per portare a casa un contratto firmato da mettere all'incasso. È successo a Monteforte Irpino, in provincia di Avellino, le indagini sono state condotte dai carabinieri della stazione locale. Dopo le verifiche del caso, una volta accertato che non si era trattato di un errore ma che, realmente, sul nuovo contratto c'erano i dati dell'anziana ed era stato stipulato sulla base di un registrazione telefonica che sembrava attestare il consenso, i militari hanno cercato di capire cosa fosse successo. Così la donna si è ricordata di quella strana chiamata e di quella voce che l'aveva tenuta al telefono con una serie di domande, ma senza apparentemente venderle nulla.
I carabinieri hanno avviato le ricerche e hanno identificato i tre uomini: hanno tra i 28 e i 40 anni, uno abita in provincia di Salerno e gli altri due nella Valle del Sabato, in provincia di Avellino. I tre sono stati denunciati a piede libero alla Procura della Repubblica di Avellino per truffa aggravata in concorso. I carabinieri stanno accertando se la donna sia stata l'unica vittima del terzetto o se ci sono altri casi, magari non denunciati, di contratti sottoscritti raggirando le vittime.