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Truffe online, blitz in casa di tre fratelli: gioielli nascosti nella culla del neonato

La Polizia Municipale ha sequestrato 250mila euro, tra contanti e beni, nelle case di tre fratelli. Parte dei gioielli recuperati erano stati nascosti nella culla dove stava dormendo un neonato. I tre, residenti nella zona del Rione Sanità, a Napoli, sono accusati di numerose truffe online ai danni di cittadini lombardi.
A cura di Nico Falco
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Offrivano polizze assicurative a basso costo, o contratti con nuovi gestori per avere luce e gas a prezzi stracciati. Quando le vittime abboccavano, però, intascavano i soldi e sparivano nel nulla. E si precipitavano a prelevare i soldi che si erano fatti ricaricare sulle prepagate. Era tutto falso, tutto una truffa. Dopo una serie di denunce fotocopia raccolte dalle forze dell'ordine in Lombardia le indagini si sono spostate a Napoli, dove sono stati rintracciati i presunti truffatori: si tratta di tre fratelli, residenti nella zona della Sanità.

Li hanno trovati gli agenti dell'Unità Operativa Polizia Investigativa Centrale della Polizia Municipale, guidati dal capitano Giuseppe De Martino, con accertamenti sul territorio e intercettazioni. Hanno monitorato le loro utenze e hanno individuato le basi di appoggio, fino al sequestro scattato questa mattina insieme ai colleghi dell'Unità Centrale di Polizia Giudiziaria delegata dalla Procura di Milano.

Come funzionavano le truffe online

Le vittime venivano adescate online, con l'offerta di polizze assicurative molto vantaggiose, ma dopo il pagamento i truffatori sparivano. Un altro sistema era quello dei finti cambi di gestore: le persone venivano contattate telefonicamente con la proposta di risparmiare molto sulle bollette ma, quando fornivano il numero di Pod, ovvero l'identificativo del titolare del contratto delle utenze, i truffatori riuscivano a risalire all'identità e quindi a usare le generalità per svuotare i loro conti correnti.

I tre indagati, due fratelli e una sorella, avevano anche in passato aperto un'attività al Vomero, dove promettevano ai clienti di investire i loro soldi in Bitcoin, la moneta virtuale: in realtà si limitavano a intascare il denaro. I pagamenti effettuati sulle carte ricaricabili venivano subito prelevati, in modo da non perdere denaro nel caso i conti e le schede venissero bloccate in seguito alle denunce.

I soldi nascosti nella culla del bambino

Stamattina, 11 novembre, gli agenti sono piombati nelle due abitazioni dove abitano i tre indagati, D. D. R., 25 anni, G. D. R., 30 anni, e A. D. R., 32 anni, tra il Rione Sanità e il quartiere San Carlo all'Arena. In uno degli appartamenti c'erano 115mila euro, nell'altra circa 38mila, per un totale di 153mila euro in contanti.

Trovati anche 5 Rolex, 3 bracciali di diamanti Cartier, 1 orologio da polso Tudor, computer portatili e cellulari e uno scooter Honda Sh nuovo, acquistato solo pochi giorni fa. Tra contanti e beni, il valore complessivo del sequestro supera i 250mila euro. Parte dei gioielli trovati erano nella culla dove stava dormendo un bambino neonato, erano stati nascosti sotto le coperte nella speranza che gli agenti non cercassero anche lì.

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