Tutela per i braccianti agricoli, l’Acli: ‘In Campania 50mila migranti da regolarizzare’
Troppi migranti irregolari a rischio, anche per l'emergenza coronavirus, perché senza tutele. E con settori come quello dell'agricoltura e della cura a disabili, anziani e minori, nei quali sono indispensabili, il tema della loro tutela è da sempre al centro delle associazioni. L'Acli di Napoli ha rilanciato un nuovo appello per la loro regolarizzazione, chiedendo al presidente De Luca si farsi "portatore a Roma di questa necessità per tutta la Campania". Ovvero, regolarizzare la loro posizione.
Sono circa cinquantamila i migranti che, al momento, sono fuori dal sistema dei diritti e dai confini della tutela. "La realtà dei fatti è che l'immigrazione irregolare è tema assai complesso, frutto di un gioco di mediazione tra spinte contrapposte di natura diversa", spiega l'Acli di Napoli, "ma ora è giunto il momento di fare un passo avanti, è giusto il momento di garantire diritti universali. Non c'è occasione maggiormente propizia, non c'è più tempo da perdere". Si tratta di persone che vengono impiegate "nei settori più fragili del mercato del lavoro", spiegano dall'Acli, "senza tutele, senza diritti, sono braccia sfruttate fino allo sfinimento nelle campagne. Sono badanti nelle nostre case, in quel punto di confine che non è più lungo il perimetro, nelle zone di contatto, ma emerge al centro della nostra vita quotidiana". Da qui, la richiesta di una loro regolarizzazione, come già avvenuto del resto in altri paesi europei: la loro regolarizzazione, infatti, ha consentito anche una più sicura gestione dell'emergenza sanitaria dovuta al diffondersi del coronavirus, come ad esempio visto in Portogallo, che ha dato il permesso di soggiorno a tutti gli irregolari, assicurando così loro anche quelle tutele (soprattutto sanitarie) che, altrimenti, non avrebbero avuto.