Quando Luciano De Crescenzo disse no a Verdone e Pozzetto per il film “7 chili in 7 giorni”
Anno 1986: "7 chili in 7 giorni" è la commedia di Renato Pozzetto e Carlo Verdone che in quegli anni erano campioni di incassi: ad ogni film c'era la fila al cinema. In quell'occasione il duo Verdone-Pozzetto era stato studiato per unire idealmente Roma e Milano, cercando di proporre una comicità gradita a tutto il pubblico italiano. Al centro del racconto, una questione che ora come allora attanaglia tutti: i chili di troppo e la miglior dieta per smaltire il grasso in eccesso. Ecco perché i protagonisti, Alfio (Verdone) e Silvano (Pozzetto) due medici incapaci, titolari di una clinica per il dimagramento drastico dei pazienti, sono travolti dalle proteste per gli scarsi risultati del loro strampalato metodo.
Nel film, prodotto da Mario e Vittorio Cecchi Gori, scritto da Leo Benvenuti e Piero De Bernardi e diretto da Luca Verdone, fratello di Carlo, ci sarebbe dovuto essere un pizzico di Napoli a unire il quadro nazional-popolare della commedia per il grande schermo, vale a dire Luciano De Crescenzo. Ma l'ingegnere-filosofo, dopo un lungo tira e molla alla fine rifiutò il progetto: avrebbe dovuto interpretare il medico che inventa la famigerata "pappa dimagrante". L'eclettico De Crescenzo, reduce da "Il mistero di Bellavista", sequel del successo "Così parlò Bellavista" voleva concentrarsi su altri progetti e non fermarsi esclusivamente al cinema, ritornando al suo vecchio amore di sempre: la scrittura e la divulgazione della filosofia. Una scelta che alla lunga è risultata vincente anche se "7 chili in 7 giorni" ebbe comunque un buon riscontro di pubblico.