Un commissario per il Pd Napoli: spunta l’idea Pina Picierno

«Alla prossima direzione farò una proposta per Napoli, è impossibile continuare a sfangarla. Proporrò una soluzione commissariale molto forte per ripartire da zero, non si può fare finta di niente in una città così bella e affascinante». Queste parole, pronunciate da Matteo Renzi nella conferenza stampa post primo turno delle Comunali avevano immediatamente messo in fibrillazione dirigenti e attivisti del Partito democratico napoletano, che si erano spinti a ipotizzare “soluzioni” e a immaginare cosa potesse cambiare in concreto per le strutture territoriali del partito. Che Renzi potesse optare per una soluzione “interna” al partito napoletano era la speranza dei più, anche in considerazione della lontananza nel tempo della prossima consultazione “locale”. Insomma, si vociferava negli ambienti dem, il commissariamento renziano poteva tradursi con un “semplice” ricambio generazionale interno al partito, che fosse la base per la crescita di una nuova classe dirigente nei prossimi mesi / anni.
Il quadro è però mutato in maniera drastica dopo il caso sollevato dal nostro giornale prima e dalla procura poi. Il coinvolgimento di iscritti e candidati del PD partenopeo rende di fatto non più praticabile la pista interna, anche in considerazione della “provenienza politica” delle persone coinvolte. Il lanciafiamme, appunto.
Già, ma a chi toccherebbe il compito di manovrarlo? L’identikit migliore risponde a una descrizione piuttosto particolare: un “estraneo”, ma nemmeno tanto. Ovvero qualcuno che conosce bene la realtà napoletana, ma che allo stesso tempo non deve la propria fortuna politica ai legami con quel territorio. Qualcuno che ha titolo e legittimazione per intervenire nel caos partenopeo, con l’obiettivo di costruire una vera e propria colonia renziana. Qualcuno che ha già rapporti con i renziani napoletani, con il livello regionale, ma che allo stesso tempo non esiti a prendere decisioni drastiche.
Molti, anche al nostro taccuino, ripetono il nome di Ernesto Carbone, aka «quello del ciaone» renzianissimo e già in qualche modo “coinvolto” nelle settimane pre-elettorali a Napoli. Carbone è di Cosenza, ma non sarebbe un problema: del resto i campani hanno già sperimentato il commissariamento di un ligure (atipico, certo) nel 2011, quando Pierluigi Bersani inviò Andrea Orlando dopo il disastro delle primarie (la ciclicità della storia…).
Eppure, qualcuno (dal livello regionale…) ci segnala altre piste, da tenere d’occhio. La prima porta a Valentina Paris, responsabile Enti Locali del Pd nazionale, eletta in Campania (è di Atripalda, in provincia di Avellino) e con un passato nel gruppo regionale dei Giovani Democratici. La Paris, che era con Renzi nella conferenza stampa post elezioni, partorirà tra pochi giorni e bisogna capire se ha intenzione di lasciare l’incarico in segreteria nazionale. Di certo, avrà un ruolo importante nella ricostruzione del Pd a Napoli.
C’è invece un profilo che corrisponderebbe perfettamente alle “necessità” del progetto renziano: quello di Pina Picierno. Europarlamentare eletta con un boom di preferenze, pescate anche a Napoli, la Picierno è campana ma non napoletana, conosce benissimo la realtà della città e ha un “sufficiente numero di nemici” nell’attuale gruppo dirigente napoletano. A garantire per lei sarebbe direttamente Matteo Renzi, ci spiega la nostra fonte.