Un parroco di Napoli finisce a processo: “Minacciò un testimone di camorra”
Un parroco napoletano finirà davanti ai giudici perché accusato di aver favorito la camorra. Nello specifico, secondo gli inquirenti avrebbe minacciato un imprenditore, vittima e testimone delle estorsioni messe in atto dai clan. "Vedi di ritirare la tua denuncia, da qui a dieci anni non sai cosa ti può accadere", una delle frasi minacciose contestate dai pm all'uomo di chiesa. Il sacerdote è stato indagato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli e, dopo la conclusione degli accertamenti coordinati dalla procura partenopea, il gip Enrico Campoli ha accolto la tesi accusatoria e ha rinviato a giudizio il don. Il processo comincerà il prossimo 12 febbraio. L'accusa, riporta il Mattino, è di subornazione di testimone con l'aggravante di aver favorito la camorra. La curia arcivescovile di Napoli è stata avvertita qualche giorno fa del rinvio a giudizio.
Il sacerdote avrebbe negato le minacce
Sempre stando a quanto riporta il Mattino, il parroco avrebbe negato ogni minaccia, ma avrebbe invece ammesso l'incontro con l'imprenditore. Bisogna "riportare sulla retta via una pecorella smarrita", ha detto il don agli inquirenti, dal momento che secondo lui le accuse a lui contestate sono completamente false. A denunciare il parroco sono stati un imprenditore e sua madre, vittime del racket, che hanno denunciato anche un estorsore vicino alla cosca di Casoria. Il parroco sarebbe intervenuto, secondo loro, per fargli cambiare idea e convincerli a non sporgere denuncia alle autorità. Sul caso saranno chiamati a decidere i giudici della settima sezione penale del tribunale di Napoli.
