Una strada intitolata al calciatore Andrea Fortunato nel comune di Castellabate

SALERNO – Una strada dedicata ad Andrea Fortunato, il calciatore salernitano scomparso nel 1995 a soli 23 anni a causa di una grave malattia, nel pieno della sua carriera sportiva. Lo ha deciso il comune di Castellabate, nel salernitano: la cerimonia si terrà lunedì 28 gennaio alle 16.30, con lo scoprimento della targa dedicata al calciatore. La strada scelta attualmente è priva di toponimo, e si trova nella prima traversa del corso Matarazzo, dove sorge la sede del museo del calcio della fondazione Polito, intitolato proprio ad Andrea Fortunato.
Maria Cristina Cardullo, consigliere delegato alla toponomastica del comune di Castellabbato, ha spiegato la scelta di intitolare una strada al giovane calciatore: "Dedichiamo una strada ai valori sani dello sport attraverso la memoria di un giovane calciatore talentuoso, destinato a una carriera luminosa interrotta bruscamente da una forma rara di leucemia che lo ha portato via all’età di 23 anni". Alla cerimonia saranno presenti anche gli ex-calciatori Raffaele Sergio e Salvatore Campilongo, oltre ad una delegazione di calciatori della Salernitana ed alle autorità politiche locali.
Andrea Fortunato, nato a Salerno il 26 luglio del 1971, non vestì tuttavia mai la maglia granata: scoperto dal Como quando giocava in una scuola giovanile di Salerno, esordì tra Serie B e Serie C1 proprio con la maglia dei lariani tra il 1989 ed il 1991. Acquistato dal Genoa per 4 miliardi di lire dell'epoca, finì poi in prestito al Pisa in Serie prima di tornare al Genoa ed esordire finalmente, nel 1992, in Serie A a soli 21 anni. Un anno sotto la Lanterna, poi l'arrivo a Torino, sponda Juventus, per 10 miliardi di lire, nella stessa sessione che vide arrivare in maglia bianconera altri due giovanissimi: Sergio Porrini dall'Atalanta per 11 miliardi ed il diciottenne Alessandro Del Piero, pagato 5 miliardi al Padova. In maglia bianconera, però, giocò solo una stagione: 35 presenze tra campionato e coppe, una rete (contro la Lazio all'Olimpico), prima della scoperta della malattia. Una lunga degenza, poi la guarigione e l'inizio di un periodo di riabilitazione. Ed invece, a causa di un improvviso abbassamento delle difese immunitarie, fu stroncato da una polmonite il 25 aprile del 1995. Ai suoi funerali, celebrati nella cattedrale di Salerno, parteciparono oltre cinquemila persone, e particolarmente toccante fu il discorso di alcuni suoi compagni di squadra, tra cui Gianluca Vialli, interrotto continuamente dalle lacrime per quella assurda morte.