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Uranio impoverito nelle armi, muore maresciallo dell’esercito italiano

Il maresciallo, 48 anni e in congedo, aveva partecipato a missioni dell’esercito italiano in Bosnia, Kosovo, Afghanistan ed Iraq, venendo in contatto con l’uranio impoverito usato nelle armi. A stroncarlo un tumore alla mascella.
A cura di An. Mar.
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Si è spento a soli 48 anni il maresciallo dell'esercito italiano, L.A., originario della provincia di Avellino, ucciso da una neoplasia. Il militare aveva partecipato per lungo tempo alle missioni dell'esercito italiano in Bosnia, Kosovo, Afghanistan ed Iraq, ed era stato a contatto con l'uranio impoverito – noto agente cancerogeno – usato sulle munizioni delle armi per aumentarne ancora di più la carica devastante. I funerali del militare si terranno domani in Irpinia.

Il maresciallo, che si trovava ormai in congedo, si è ammalato di tumore alla mascella. Una patologia che ben presto si è estesa anche al cervello e ai polmoni fino a stroncare il militare 48enne. Il sottufficiale, che faceva parte del Reggimento Carristi di Salerno lascia una moglie e due figli di 13 ed 8 anni. Si tratta della 320sima morte causata dall'uranio impoverito nel nostro Paese, un fenomeno che ha colpito quasi esclusivamente i militari che si sono recati nelle missioni di guerra o di peacekeeping nei Balcani, in Iraq o Afghanistan

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