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Va via da Napoli il migrante chef colpito all’addome con un fucile ad aria compressa

Lo chef maliano vittima di un’aggressione razzista poche settimane fa abbandonerà l’Italia, lo scrive su Facebook dove precisa: “La ritirata è fondamentale quanto senti di non poter vincere, mi ritiro almeno per questi 5 anni”. Era stato colpito all’addome con un fucile ad aria compressa.
A cura di Antonio Musella
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"Questo conclude tutto per me. E' stato un piacere a vivere in Italia di umanità. Partenza il mese prossimo. Grazie a tutti quelli che mi sono stati vicini e lontani in questi momenti difficili" recita così il post pubblicato sul suo profilo Facebook da Bouyagui Konatè lo chef maliano colpito da due ragazzi italiani con alcuni proiettili ad aria compressa all'addome poche settimane fa a Napoli. Bouyagui dopo un percorso di integrazione come ospite dello Sprar del Comune di Napoli gestito dalla Less Onlus, era diventato chef di un ristorante nel quartiere di Chiaia e presidente di una cooperativa. Il giovane maliano, 22 anni, aveva raccontato a Fanpage.it di non aver mai avuto problemi di integrazione a Napoli fino alla drammatica aggressione di due ragazzi a bordo di un'auto che, a sera tarda, lo avevano avvicinato esplodendogli contro dei colpi di un fucile ad aria compressa sul centralissimo Corso Umberto I. La larga solidarietà espressa nei suoi confronti non è riuscita a risollevare il giovane chef sconvolto dalla brutale aggressione razzista. Ma a pesare sulla sua decisione è stato probabilmente il clima di intolleranza e violenza che sta montando nel nostro paese a tutte le latitudini. Ad accompagnare il post su Facebook di Bouyagui la foto di un manifesto affisso dall'organizzazione di estrema destra Forza Nuova. Il manifesto recita la scritta "Immigrati tornate a casa vostra, in Italia siamo senza lavoro, senza casa, senza futuro" scritto in italiano, francese, inglese, cinese ed arabo. Nei successivi commenti sotto al post in tanti hanno provato a dissuadere il giovane migrante ad abbandonare l'Italia, ma lui stesso ha precisato: "Non è solo questo cartello, ma in una battaglia la ritirata è fondamentale quando si sente di non poter vincere. Mi ritiro almeno per questi 5 anni".

Bouyagui aveva presentato regolare denuncia dopo l'aggressione presso il commissariato di polizia "Vicaria" di Napoli ma era stato recentemente ascoltato anche dagli investigatori della Questura di Caserta. Proprio a Caserta infatti, qualche giorno prima dell'aggressione allo chef, due migranti, anch'essi maliani, furono aggrediti con le stesse modalità. Un'auto di piccola cilindrata li affianco intorno alle 22 della sera colpendoli con un fucile ad aria compressa. A bordo dell'auto anche in quella occasione due ragazzi italiani che, dopo aver colpito i migranti, si allontanarono al grido di "Salvini! Salvini!". In entrambe i casi a sparare sono stati due ragazzi italiani a bordo di un'auto di piccola cilindrata di colore scuro. L'audizione di Bouyagui da parte degli investigatori della Questura di Caserta è stata necessaria per appurare se le due aggressioni a sfondo razzista possano avere dei collegamenti, anche rispetto all'esecuzione materiale.

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