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Marco Mongillo, ucciso dall’amico con un colpo di pistola durante un gioco

Per la morte di Marco Mongillo, pizzaiolo 20enne di Caserta trovato morto con un colpo di pistola alla testa, si è consegnato ai carabinieri l’amico di 19enne Antonio Zampella. Ai militari ha spiegato come Marco è morto per un gioco finito male: “Pensavo l’arma fosse scarica”.
A cura di Valerio Renzi
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Marco Mongillo, 20 anni, di mestiere pizzaiolo, è stato ucciso ieri pomeriggio con un colpo di pistola che lo ha centrato da distanza ravvicinato alla testa. Per la sua morte è stato fermato il 19enne Antonio Zampella, amico di Marco. I due insieme erano andati a trovare il fratello di Antonio, Umberto Zampella, nell'appartamento in cui scontava gli arresti domiciliari in via dei Cappuccini, in zona Rione Santa Rosa a Caserta.

A consegnarsi ai carabinieri è stato lo stesso Antonio, distrutto da quanto accaduto. È stato lui a spiegare come fosse convinto che l'arma, detenuta illegalmente e con matricola abrasa, fosse scarica. Il 23enne ha raccontato di aver provato anche l'arma su di sé senza conseguenza.

Evidentemente, come in una tragica roulette russa, un colpo nella pistola c'era ed ha colpito Marco, vittima innocente di un gioco inutile quanto pericoloso. Antonio Zampella, che nell'abitazione stava scontando gli arresti domiciliari, è stato arrestato con l'accusa di omicidio, ricettazione e detenzione illegale di arma da fuoco. La pistola, una Browning calibro 7,65, è stata rinvenuta in una rampa del garage dell'appartamento.

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