Vesuvio, dopo gli incendi aumenta il rischio frane: l’allarme del Cnr

Non sono bastati gli incendi, divampati per giorni e giorni e che hanno distrutto centinaia e centinaia di ettari di vegetazione, ucciso la fauna locale e messo a repentaglio le abitazioni, e la vita, dei residenti. A minacciare il Parco Nazionale del Vesuvio, adesso, c'è il pericolo di dissesto idrogeologico e, di conseguenza, il rischio frane. A porre l'attenzione sul problema e a lanciare non un vero e proprio allarme, ma quantomeno a sottolineare la pericolosità della situazione, è il Cnr, il Consiglio nazionale delle ricerche.

Secondo l'istituto, infatti, sulle aree urbane interessate dai roghi, se nei prossimi mesi il vulcano che si staglia su Napoli dovesse essere interessato da nubifragi, potrebbe seriamente cadere una valanga di fango e detriti generata dagli incendi. Questo a causa della cenere che ha ricoperto il Veusvio dopo che i roghi sono stati domati: questa, infatti, agirebbe da catalizzatore per la pioggia, trasportando a valle, e quindi sulle aree urbane che ivi sorgono, il flusso di detriti, che si trasformerebbero in una vera e propria valanga. Le strade, poi, che conducono alle cittadine alle pendici del vulcano, non farebbero altro che favorire la velocità di eventuali frane. Il Cnr precisa che il rischio frane è concreto, però, come già precisato, soltanto se sull'area dovessero abbattersi dei veri e proprio nubifragi. Allo stesso tempo, il Consiglio nazionale delle ricerche precisa che tutti i paesi che si trovano a valle delle zone devastate dalle fiamme che hanno bruciato senza sosta il Vesuvio non sono dotate di nessuna difesa, né naturale né artificiale, in grado di arginare una eventuale valanga.