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“Vi spiego come il Comune di Napoli sta uccidendo le imprese pubblicitarie”

La battaglia delle imprese pubblicitarie di Napoli contro il Comune che ha deciso di passare da sistema di autorizzazioni alle concessioni per gli spazi in città. Mauro Mandara, leader dell’associazione delle imprese di settore, lancia l’allarme: “Così si mandano sul lastrico centinaia di famiglie”.
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Sicuramente molti li avranno notati: i manifesti 6×3 con slogan contro l'Amministrazione comunale; il logo dell'associazione DeMa di Luigi De Magistris trasformato in "DemaGogia". «Fuori le famiglie degli imprenditori e dei lavoratori napoletani».  Firmato Unip, Unione Imprese Pubblicitarie. Ma di che si tratta? Fanpage.it lo ha chiesto a Mauro Mandara, leader dell'associazione.

Mandara, ci spiega il perché della protesta delle imprese pubblicitarie?

«Stiamo utilizzando il mezzo che ci è più consono, ovvero le affissioni pubblicitarie, per protestare contro due delibere della giunta comunale di Napoli che di punto in bianco, senza coinvolgerci, annullano tutte le autorizzazioni all'utilizzo degli impianti pubblicitari. Così si mandano le aziende sul lastrico».

Scusi e perché il Comune dovrebbe deliberatamente decidere di far fallire le vostre imprese?

«Allora, le spiego: l'Amministrazione ha annunciato di voler passare dall'attuale sistema di tipo autorizzativo, ovvero l'Ente autorizza la ditta ad esercitare sul territorio, a quello concessorio, cioè fare gare d'appalto per le aziende che sono interessate».

E quindi? Non è giusto?
«Non c'è un è bando predeterminato, il Comune non ha diviso la città in zone e ambiti. E una azienda come fa a partecipare a un bando senza sapere di cosa si andrà a occupare? Non solo: se nei criteri minimi di partecipazione ci sono le aziende a capitale troppo alto tutte le micro-imprese napoletane sono fuori. E che ne beneficia?»

Appunto, chi ne beneficia?

«I colossi venuti da fuori Napoli».

E voi, solo protesta? Non avete proposto un piano alternativo?
«Ovviamente sì. Abbiamo indicato delle strade, abbiamo messo in campo proposte su come procedere alla costruzione di tutto il piano. Chiediamo al Comune di Napoli di arrivare in maniera più serena al regime concessorio, per fasi. Abbiamo proposto un parternariato con l'Università di Napoli per pensare insieme una zonizzazione e poi mettere a gara quello che si vuole mettere a gara. E mi lasci dire un'altra cosa…».

Prego.
Sa quanto portiamo noi, di contributi, al Comune? Quattro milioni d'euro all'anno. E sa quanto rende invece l'enorme patrimonio di spazi pubblicitari gestito dal Comune? Quattrocentomila euro. E loro cosa fanno? Mettono a gara il privato. E il pubblico se lo tengono ben stretto. È normale?».

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