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Via Caravaggio, né omicidio né suicidio: Francesco Bosco morì per un incidente domestico

L’uomo, 47 anni, era stato ritrovato lo scorso 21 aprile in una pozza di sangue nel suo appartamento al Parco Persichetti. Dopo 5 mesi di indagini, gli inquirenti hanno finalmente fatto luce su quello che accadde veramente.
A cura di Valerio Papadia
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Agente di Polizia indaga sul caso di Via Caravaggio
Agente di Polizia indaga sul caso di Via Caravaggio

Dopo cinque mesi di indagini, gli uomini della Polizia di Stato e quelli della Procura di Napoli hanno potuto fare luce sul giallo di Via Caravaggio. Francesco Bosco, incensurato di 47 anni, ritrovato cadavere lo scorso 21 aprile riverso in una pozza di sangue nella sua abitazione al Parco Persichetti, è morto in seguito alla ferite riportate dopo un tragico e fatale incidente domestico.

Tante erano state le ipotesi vagliate dagli inquirenti in questi mesi. La più accreditata, vista la ferita alla testa e la presenza di un'ingente quantità di sangue, era quella che Bosco avesse lasciato entrare in casa il suo assassino. Vagliata anche l'ipotesi del suicidio, risultata da subito meno probabile. Adesso, grazie al minuzioso lavoro degli inquirenti e della Polizia Scientifica in particolare, si è potuti giungere alla verità: il 47enne è rimasto vittima di un incidente domestico. Un'anta dell'armadio della camera da letto si è staccata, colpendo Bosco al capo e procurandogli una vistosa ferita e una copiosa emorragia. Il 47enne, che da poco aveva venduto la sua licenza da tassista ed era sotto psicofarmaci per curare la sua depressione, non avrebbe badato alla ferita, negligenza che gli è poi risultata fatale.

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