Il poliziotto che ha salvato la neonata ora vuole adottarla: “La sento figlia mia”
Grazie alle sue manovre repiratorie le ha salvato la vita. E anche per questo, forse, tra Emanuela, la neonata abbandonata sabato mattina a Villa Literno e Raffaele Santoro, il poliziotto che l'ha salvata, si è creato un legame molto particolare. "Non faccio che pensare a lei – dice l'agente, in forza al posto operativo di Casapesenna – sento come se fosse mia figlia". Un sentimento che potrebbe essere riconosciuto anche dalla legge: "Voglio adottare Emanuela – spiega infatti il poliziotto – e farò di tutto per poterla avere in casa con me, per poterla crescere insieme a mia moglie e mio figlio". L'agente ha una storia familiare dolorosa: 3 anni fa a causa di una malattia ha perso un figlio, Nicola, gravemente ammalato.
Emanuela, la neonata abbandonata sabato mattina
La vita di questo agente di polizia è cambiata per sempre sabato mattina, quando ha ricevuto la chiamata di un operatore ecologico. Sulla strada provinciale che collega Villa Literno a Castel Volturno, nel Casertano, l'uomo aveva trovato un piccolo fagotto abbandonato vicino ai rifiuti: una bambina nata da poche ore avvolta in un maglioncino e in una busta di plastica, lasciata lì da una donna che prima di andarsene si è fatta il segno della croce. Chissà se sono state le preghiere o il caso a far avvenire un piccolo miracolo: grazie al pronto intervento dell'agente Santoro e dei suoi colleghi la neonata è stata salvata, praticandole alcune manovre respiratorie. La piccola è stata poi trasportata presso la clinica Pineta Grande di Castel Volturno, dove seppur sotto peso le sue condizioni sono state giudicate buone. Dallo spazzino che l'ha trovata e dall'infermiere che per primo l'ha accolta nella struttura sanitaria la piccola Emanuela ha preso il suo nome: adesso l'uomo che l'ha salvata attende invece di poterle dare tutto il suo affetto di padre.