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Vincenzo De Luca contro il governo Conte M5S-Lega: “Sono preistoria”

Il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca si è espresso sulla formazione del nuovo governo formato dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega e guidato da Giuseppe Conte. “Parlano di governo del cambiamento ma nell’esecutivo metà dei ministri vengono dalla preistoria” ha sentenziato il governatore campano.
A cura di Valerio Papadia
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L'Italia, dopo mesi dal voto, ha finalmente un governo, nato dall'intesa tra il Movimento 5 Stelle e la Lega e guidato da Giuseppe Conte, che ha accettato l'incarico dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al quale ha consegnato, ieri, la lista dei suoi 18 ministri. Ai leader dei due partiti, Luigi Di Maio (M5S) e Matteo Salvini (Lega), che saranno anche vice-premier, sono andati rispettivamente il Ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico e il Ministero dell'Interno. Sulla formazione del nuovo governo si è espresso oggi, a Lira Tv, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca. "Parlano di governo del cambiamento ma nell'esecutivo la metà dei ministri sono persone nuove l'altra metà no, vengono dalla preistoria" ha sentenziato il governatore campano.

De Luca, poi, non ha lesinato commenti anche su qualche membro della nuova squadra di governo. "È uno degli esponenti più interni alla casta che ci siano. Hanno fatto una crociata una guerra termonucleare per una persona di 82 anni che sta da sempre con le banche e le grandi imprese" ha detto di Paolo Savona, neo ministro alle Politiche comunitarie. Riferito a Enzo Moavero Milanesi, nuovo ministro degli Esteri, De Luca invece dice: "È un tecnico, già presente nei governi Letta e Monti", mentre di Giovanni Tria, ministro dell'Economia "Ha scritto il programma di Forza Italia qualche anno fa".

Infine, il presidente esprime le sue perplessità sulle politiche del governo appena formatosi, tra cui "gli investimenti sulle grandi Infrastrutture, come la Napoli-Bari, l'attenzione al Sud, che nel programma non c'è, le vaccinazioni, su cui non bisogna tener conto delle ideologie, e la sanità su cui occorre trovare un nuovo equilibrio nel riparto dei fondi che non penalizzi il Mezzogiorno".

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