Vincenzo Romano è santo: è festa grande a Torre del Greco
Manca ormai pochissimo alla canonizzazione di Vincenzo Romano, l’umile parroco di Torre del Greco che sarà ufficialmente iscritto nel catalogo dei santi domani in piazza San Pietro da papa Francesco, insieme ad altri “campioni” della cattolicità come papa Paolo VI, il vescovo martire dell’El Salvador Oscar Arnulfo Romero ed un altro campano, Nunzio Sulprizio. C’è una coincidenza curiosa: fu proprio Paolo VI a proclamare beato Vincenzo Romano nel 1963.
A Torre del Greco è festa grande: una delegazione del Comune guidata dal sindaco Giovanni Palomba è già partita alla volta di Roma per presenziare alla canonizzazione, mentre ieri le spoglie del nuovo santo sono ritornate in città dopo un “tour” nei paesi della Campania. Alla presenza di autorità civili e religiose, la barca che portava i resti del santo da Procida è stata accolta con commozione da centinaia di devoti al porto di Torre.
“Avrei voluto piuttosto la morte, che aggravarmi di questo sì pericoloso peso della cura d’anime; questa carica non si può accettare né per onore, né per interesse, o per altro fine; ma soltanto per volontà di Dio”. Questa una delle frasi più famosi di Vincenzo Romano visse a cavallo tra il Diciottesimo ed il Diciannovesimo secolo e, dopo essere stato allievo di un altro santo, Alfonso Maria de’ Liguori, per ben trentatré anni fu parroco in quella che allora era l’unica parrocchia di Torre del Greco, facendosi amare dai fedeli per il suo zelo nell’evangelizzare ma anche perché era sempre pronto ad aiutare i poveri.
“Fratelli e Figli, è di Sacerdoti zelanti, è di Parroci santi che soprattutto abbisogna oggi la Chiesa. – disse Paolo VI nel suo discorso per la beatificazione di Vincenzo Romano – Essa ne celebra uno nuovo in Paradiso, possa essa annoverarne una moltitudine nuova anche nel mondo presente!” Si tratta di parole che possono valere anche oggi, in occasione della canonizzazione del nuovo santo, la cui memoria liturgica sarà confermata al 29 novembre.