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Violentata dal branco a 12 anni: fermati tre minorenni legati a famiglie criminali

Emergono nuovi dettagli nella storia della dodicenne violentata dal branco a Castellammare di Stabia: dei tre minorenni fermati, uno sarebbe addirittura il nipote di un boss della zona. Il secondo sarebbe invece un suo lontano parente, sebbene la famiglia non abbia legami con la criminalità. Il terzo, invece, sarebbe il figlio di un affiliato.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Emergono nuovi, agghiaccianti, dettagli sulla vicenda della ragazzina stuprata a Castellammare di Stabia: soltanto ieri, sono stati fermati tre ragazzini, ritenuti responsabili della violenza nei suoi confronti. Ma oggi starebbe emergendo una ulteriore verità: i tre sarebbero infatti collegati, chi direttamente, chi indirettamente, a sodalizi camorristici.

Uno di essi sarebbe addirittura il nipote di un boss della zona. Il secondo sarebbe invece un suo lontano parente, sebbene la famiglia non abbia legami con la criminalità organizzata. Il terzo, invece, che si ritiene anche essere quello con maggiori responsabilità, sarebbe il figlio di un affiliato. Tutti di età compresa tra i 14 ed i 15 anni, tutti accusati di violenza sessuale, ed uno dei tre anche di estorsione. Una storia sempre più brutta quella che sta venendo a galla.

Secondo quanto sarebbe emerso dai racconti della ragazzina, sarebbe stato proprio con il "terzo" indagato la sua prima volta, a soli undici anni. Ma lui l'avrebbe costretta e minacciata, ma non solo: l'avrebbe successivamente anche picchiata e costretta ad avere altri rapporti, obbligandola anche a pagare duecento euro per non mandare foto e video ai suoi compagni di scuola. Lei, in qualche modo, sarebbe riuscita a troncare con lui, per poi cadere in una nuova "trappola" tempo dopo.

Conosce un altro dei tre arrestati ieri, che la invita ad una festa ma che in realtà l'avrebbe portata alla Terme di Stabia, ormai abbandonate. E lì trova l'ex-ragazzo e l'altro amico. Un nuovo cerchio di orrore: l'avrebbero violentata a turno, filmandola. E quindi nuove minacce, tanto che la ragazzina sarebbe andata in depressione. Solo grazie alla famiglia, che capisce che qualcosa non va, trova il coraggio di parlare. E quindi, di denunciare alla polizia. Il resto, come si suol dire, è storia. E soprattutto, ora è materia di indagini.

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