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Ancora buste della spesa illegali e dannose: sequestrate 4mila a Napoli

La Polizia Municipale ha sequestrato circa 4mila shopper, le comuni buste della spesa in plastica, in un supermercato di prodotti etnici: le buste non rispettavano le normative vigenti in quanto non biodegradabili né compostabili.
A cura di Valerio Papadia
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Continuano le operazioni dell'Unità Operativa Tutela Ambientale della Polizia Municipale di Napoli per salvaguardare la salute dei cittadini. In particolare, l'attività degli agenti si sta concentrando nel contrasto alla commercializzazione di shopper, le comuni buste della spesa in plastica, illegali e dannose. Nella fattispecie, i vigili urbani hanno sequestrato 4mila buste della spesa in un supermercato di prodotti etnici, le quali, pur avendo impresso sopra tutti i marchi e le nomenclature, non rispettavano le normative vigenti, in quanto non biodegradabili né compostabili. Nell'ultimo periodo, l'attività investigativa della Polizia Municipale, ha portato al sequestro di 1 milione e 500mila buste della spesa in plastica.

La Polizia Municipale ricorda altresì che il mancato rispetto della legge in materia e la messa in commercio di buste non biodegradabili e non compostabili, ha forti ripercussioni sull'ambiente, sull'economia e sulla vita sociale:

– La continua commercializzazione di shopper che non rispettano la legge 28 del 2012, non ha consentito di realizzare l’obiettivo che la normativa europea, prontamente recepita dall’Italia, si prefiggeva: la diminuzione consistente di uno dei principali rifiuti da imballaggio che, fra l’altro, ha la caratteristica di essere facilmente dispersibile nell’ambiente persistendo in esso per decenni, con danni all’intero ecosistema;
– L’utilizzo delle buste di plastica non compostabili e biodegradabili, va ad incidere in modo negativo sui risultati della raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti cittadini;
– La permanenza sul mercato degli shopper illegali, provoca un grosso danno economico a tutte quelle aziende virtuose che hanno investito sulla produzione e distribuzione di imballaggi biodegradabili e che oggi si vedono sottratte consistenti fette di mercato proprio dalla commercializzazione indiscriminata degli imballaggi vietati.

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