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Campi Flegrei, conoscere il vulcano può aiutare a prevenire le eruzioni

Una nuova ricerca condotta sul supervulcano dei Campi Flegrei, condotta dall’Ingv, dimostra come, analizzando i movimenti del suolo e del magma, si possano prevedere eventuali eruzioni.
A cura di Valerio Papadia
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Il supervulcano dei Campi Flegrei, considerato come il più pericoloso d'Europa, è da decenni in uno stato di instabilità, caratterizzato da sciami sismici (bradisismo), deformazioni del suolo e presenza massiccia della cosiddette fumarole, visibili da diversi punti sia a Pozzuoli che nei quartieri napoletani di Agnano e Fuorigrotta. La sua natura instabile è motivo di grande attenzione da parte dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) che, proprio di recente, ha condotto un nuovo studio sull'enorme caldera, arrivando ad individuare un sistema di studio che potrebbe aiutare a prevedere i fenomeni eruttivi.

La caldera dei Campi Flegrei
La caldera dei Campi Flegrei

La ricerca, "Signature of magmatic processes in strainmeter records at Campi Flegrei", condotta dalla sezione dell'Ingv di Pisa e pubblicata su Geophysical Research Letters, dimostra come la conoscenza approfondita del vulcano possa prevenire le eruzioni. Lo studio si concentra sui movimenti del suolo e sul mescolamento tra diversi tipi di magma che avvengono in profondità e che, spesso, preludono all'eruzione. "Questa ricerca propone, per la prima volta, un metodo grazie al quale l'interazione tra magmi (mixing), processo che avviene in profondità e che potrebbe essere considerato precursore di eruzioni, può essere individuato analizzando i movimenti del suolo vulcanico" spiega la ricercatrice Ingv Chiara Montagna.

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