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Dal clan di Scampia 300mila euro per uccidere il procuratore Colangelo

Un clan di Scampia avrebbe promesso 300mila euro al gruppo criminale barese guidato da Amilcare Monti Condesnitt per uccidere, Giovanni Colangelo. È quanto emerge dalle indagini che hanno portato alla scoperta del piano omicida ai danni del Procuratore di Napoli.
A cura di Angela Marino
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Sarebbe partito dalla periferia di Napoli l'ordine di far saltare in aria il Procuratore Giovanni Colangelo. Un clan della camorra di Scampia avrebbe ordinato l'attentato mettendo la cifra di 300mila euro sulla testa del capo della Procura di Napoli. L'attentato, sventato grazie all'attività investigativa che ha portato all'esecuzione di 5 fermi a Bari lo scorso 11 maggio, era stato programmato a Gioia del Colle, in Calabria, dove il procuratore vive.

A mettere in pratica il complotto per uccidere il procuratore sarebbero stati gli ambienti della malavita calabrese. E tuttavia proprio dagli uomini della criminalità calabrese è giunta la notizia dell'attentato. È stato un pentito a fare le rivelazioni che hanno dato una svolta alle indagini portando anche al sequestro del quantitativo di tritolo acquistato per far saltare in aria il procuratore. E centro del complotto, secondo la Dda Barese ci sarebbe quello che nell'ambiente della malavita barese viene chiamato "il presidente": è Amilcare Monti Condesnitt, 48 anni a boss di Gioia del Colle ritenuto a capo del gruppo criminale a cui la camorra napoletana aveva commissionato l'omicidio.

Dopo la notizia degli arresti che hanno sventato l'attentato lo stesso Procuratore Colangelo – che negli ultimi giorni ha visto la sua scorta rafforzata – è intervenuto per ringraziare "per le centinaia di attestati di solidarietà, di stima e di apprezzamento" . "Dal vicepresidente del Csm Legnini – dice Giovanni Colangelo – dai rappresentanti del governo, dai rappresentanti delle istituzioni, alle altre autorità, a tanti colleghi e amici magistrati, al mondo dell’avvocatura”. “Un ringraziamento speciale per gli attestati di vicinanza, talvolta commoventi, – aggiunge Colangelo – vorrei, infine, rivolgere a tanti semplici cittadini napoletani che mi hanno scritto, testimoniando che in città le persone perbene sono la stragrande maggioranza. Ribadisco quel che ho già detto – conclude – continuerò a fare il mio lavoro al servizio dello Stato, fin quando mi sarà richiesto”.

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